L’italia ruggisce sui prati del Tennis

Matteo Berrettini vince il torneo di Stoccarda, secondo azzurro di sempre a vincere un torneo su erba.

Il binomio Italia ed erba nel tennis non aveva storicamente funzionato molto bene, diversi nostri grandi alfieri hanno espresso poco gradimento verso la superficie madre del tennis e del suo torneo più importante, Wimbledon.

Lo stesso Fognini, nostro numero 1 e attuale top-10, aveva espresso dubbi sui verdi prati definendoli più adatti a chi prediliga lo sport nazionale, il seguitissimo calcio, piuttosto che agli artisti della racchetta.

Quest’oggi però, la storia del tennis italiano ha segnato una rottura, con la strepitosa vittoria di Matteo Berrettini nel torneo di Stoccarda, non certo Wimbledon, ma pur sempre un torneo che vedeva come campione uscente il più vincente di sempre su questa superficie, Roger Federer.

Il torneo disputato dal neo numero 22 del mondo è stato una manifestazione di arroganza tennistica, con gli avversari stesi tutti senza lasciare per strada neanche un set, impresa ancor più difficile su dei campi che non lasciano il minimo margine di errore.

Non solo le prove del giovane italiano sono state esemplari ma sono state sciorinate contro avversari rispettabilissimi, a partire da un complicatissimo primo turno contro un talento incredibile, seppur incostante, come Kyrgios, notevole spauracchio al momento del sorteggio, specie per un primo turno.

Eliminato il talento australiano, Matteo ha dovuto fronteggiare il nuovo numero 9 del mondo, Khachanov, reduce da un buon Roland Garros e che con la potenza dei suoi colpi poteva essere un ostacolo duro, al contrario del punteggio del match, che con un roboante 6-4 6-2 ben testimonia l’assoluta supremazia dell’italiano.

Superati due ostacoli così duri, si è passati ad un tennista di buon livello come Kudla, contro cui Matteo partiva comunque favorito, ruolo che ha incarnato benissimo vincendo con un secco doppio 6-3.

La semifinale l’ha dunque visto sfidare il beniamino di casa, il tedesco Struff, giocatore potente ed in ascesa nel circuito, il quale è stato tuttavia completamente disinnescato dall’azzurro che ha faticato solo nel secondo parziale, mostrandosi però sempre in comando delle operazioni.

La finale del torneo è stato il match più delicato soprattutto sotto un profilo psicologico, contro l’astro nascente canadese Auger-Aliassime, issatosi anch’egli alla prima finale in carriera su erba alla tenera età di 19 anni, presentandosi con l’entusiasmo della next-gen che avanza.

Per quanto più grande del canadese, anche il nostro alfiere è ancora decisamente giovane alla luce dei suoi 23 anni, ma nonostante ciò e i pochi match disputati su erba è parso in grado di mettere in mostra un tennis erbivoro estremamente efficace, riuscendo nella notevole impresa di non cedere set ma neanche un singolo break in tutto il torneo, spia chiara del suo dominio in tutti i match disputati.

Nonostante questo dominio la finale si è chiusa solo dopo un tie-break thriller nel secondo set, finito 13-11 a favore del tennista romano capace di rimontare e salvare diversi set point contro un Aliassime micidiale al servizio.

Non possiamo tuttavia esimerci dal citare un grave errore del giudice di linea sul primo set point del canadese, che servendo sul 7-6 si vede chiamare out un eccellente dritto che aveva costretto all’errore Matteo e che gli sarebbe valso il secondo set.

Va ugualmente detto che il punto si è rigiocato compreso di ulteriore prima di servizio, tuttavia non può essere non menzionato come momento chiave di un tie break tiratissimo.

I due giovani ragazzi hanno mostrato ottime attitudini per l’erba mettendo sul piatto un gioco di buon livello e anche una non scontata voglia di venire a prendersi il punto a rete, anche tramite attacchi in slice vecchio stampo utilizzati soprattutto dal nostro numero 2.

Berrettini sarà dunque numero 22 da lunedì e complice il particolare calcolo delle teste di serie di Wimbledon, potrà essere certo di una testa di serie per lo slam londinese potendo quindi sperare in un sorteggio ben più benevolo.

Il giovane romano ha armi che possono risultare eccellenti sui verdi prati ed è chiamato ad uno step soprattutto mentale, venendo come quasi tutti i tennisti azzurri da una crescita vissuta soprattutto sulla terra rossa.

Erano tantissimi anni che un tennista italiano non poteva vantare un simile servizio, coadiuvato da un ottimo dritto ed uno slice di rovescio che su questa superficie può risultare un’arma non da poco, come questa fantastica settimana ha ben dimostrato.

Prima del grande evento londinese, Matteo però, avrà occasione di incamerare altra esperienza ad Halle, torneo che vede un roster più cospicuo capitanato dal re di questi campi, Roger Federer.

Si continua quindi in terrà teutonica per sentirsi pronti per poter mostrare poi sui palcoscenici degli slam che l’italia tennistica non ha solo il neo top-10 Fognini ma anche giovani leve pronte a mostrare grandi cose.