Dimaro è l’alba di un nuovo giorno

Quest’anno Dimaro ha un gusto decisamente diverso, una sensazione che riesci ad assaporare ma che non a spiegare come si converrebbe. Lo scorso anno aleggiava una sottile linea di confine che divideva il presente dai recenti trascorsi. Una zavorra piantata su un fondale, la quale non ha mai dato modo di sganciarci del tutto e consentirci un nuovo percorso. Sì, un viaggio del tutto diverso, senza dare adito a divisioni, frange, scissioni. Ma soprattutto critiche inoperose. Dannose e perseveranti, specie quando il dibattito non conteneva nulla di costruttivo. Il ritiro di Dimaro è avvolto da un’aria totalmente fresca, senza muri dove possa infrangersi o ridurla di intensità. Lo si legge negli occhi di chi è arrivato fin lassù,  di chi ha finalmente deciso di dare un taglio netto con il passato.

IL NUOVO CHE AVANZA

Una percezione notata da tutto l’ambiente Napoli, dai calciatori ai dirigenti, dai magazzinieri alla guida tecnica.  Lui in primis lui, l’allenatore, colui che tanta perplessità ha suscitato durante la scorsa stagione. I motivi erano molteplici, partendo da una conduzione non sempre convincente al consenso incondizionato delle scelte societarie.

Non si può nascondere che le critiche a cui è stato sottoposto non lo abbiano turbato, ma Carlo Ancelotti è andato oltre, e lo ha evidenziato proprio in quel di Dimaro. Ha giustificato lo scetticismo dei tifosi, integrandola come un ‘normale’ prezzo da pagare dopo tre anni di dogmi assimilati. Nella sua prima conferenza del ritiro trentino, è stato il primo a rasserenare gli animi. Su tutto, anche per la poca affluenza vista quest’anno al San Paolo e mostrando fiducia nel repentino cambio di rotta per la prossima stagione.

UN’IMMAGINE RINNOVATA

Anche il focoso astio verso il Patron De Laurentiis sembra sia scemato, sia per una maggiore propensione nel riavvicinare la squadra ai tifosi, ma soprattutto anche per una maggiore organizzazione che la stessa società sta mostrando negli ultimi mesi. In tal senso, l’Universiade ha svolto un ruolo importante, sia per la città che per la società campana. Un San Paolo rimodernato, che potrà contare su nuovi sediolini e gli agognati maxi-schermi in vista della nuova stagione agonistica. Pace fatta anche con l’amministrazione di palazzo San Giacomo, con una convenzione nuova di zecca, stilata di comune accordo tra le parti in causa e che eviterà fastidiosi battibecchi a cui abbiamo assistito nel recente passato. Inoltre, è già stata annunciata la prossima campagna abbonamenti che sarà munita di vantaggiosi incentivi per chi vorrà usufruirne. Ma l’argomento che maggiormente tiene banco è il piano di rafforzamento programmato dal Presidente e dal tecnico per puntare più in alto possibile.

UN MERCATO ‘CHE S’HA DA FARE’

Il Napoli è una società quadrata perché sa autofinanziarsi, e, per quanto in passato le nostre mire fossero ancor più ambiziose, sa bene come vendere per poi acquistare e migliorarsi. Di Lorenzo e Manolas (Elmas sarà il prossimo) non saranno gli unici innesti del nuovo anno, il progetto prevede ben altre mete da conquistare.

Ormai conosciamo bene la forte considerazione che Ancelotti ha nei confronti di James Rodriguez, un calciatore che andrebbe ad aumentare il tasso tecnico e qualitativo di questa squadra. De Laurentiis ha lasciato intendere che è sua intenzione accontentare il tecnico di Reggiolo, ma il calciomercato non lo si conduce con i soli soldi e notorietà, è una guerra di nervi e di escogitazioni. Il talento del calciatore colombiano non è in discussione, ma è altrettanto vero che ha bisogno di rimettersi in gioco dopo due anni trascorsi in prestito al Bayern Monaco da attore non protagonista. Un’esigenza non solo professionale ma anche commerciale. Un indotto economico che anche i suoi sponsor gli chiedono.

Il trequartista nativo di Cùcuta sa bene che l’unica persona che può rimettere in auge questa macchina imprenditoriale è il suo mentore per eccellenza, il tecnico che lo ha saputo gestire nella maniera migliore, ossia Carlo Ancelotti. Il Presidente ne è altrettanto cosciente e gioca le sue carte ‘anche’ in base al suddetto concetto. Ingaggiare James porterebbe una gran bella dose di euforia e di rinnovata enfasi nel cuore dei tifosi Partenopei, ma di fatto resta un lusso, non una vera esigenza per la squadra. Adesso tocca al calciatore, e alle facoltose capacità del suo procuratore, Jorge Mendes, convincere il Real nell’accettare l’offerta del prestito oneroso proposta dalla società azzurra. Le buone intenzioni ci sono tutte, ma posticipare di un anno la quota da versare per il suo cartellino varrebbe a significare non precludersi l’opportunità un ultimo acquisto (un bomber) di maggiore priorità.