Genitori separati al tempo del coronavirus, tutte le indicazione dell’Avvocato Vitagliano

Il Coronavirus, non preclude il diritto di visita ai figli

L’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese dopo il diffondersi del virus covid 19, ha determinato per tutti i cittadini delle restrizioni alle libertà personali che nessuno di noi avrebbe mai immaginato nemmeno nelle previsioni più nefaste.

Le restrizioni innanzi citate, accettate da ognuno di noi a malincuore, talvolta appaiono talmente invasive, da rasentare la crudeltà se ci si limita all’aspetto morale delle vicende umane.

A tal proposito oggi ci occupiamo con l’aiuto dell’ avvocatoJessica Vitagliano, di valutare l’incidenza delle restrizioni imposte dalla legislazione vigente, sul diritto di visita dei minori nelle famiglie con genitori separati o divorziati.

Il legislatore all’indomani della pubblicazione DPCM n. 11 dell’8 marzo 2020, aveva precisato che : “ gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario, oppure per condurli presso di sé, sono consentiti in ogni caso secondo le modalità previste dal giudice  con i provvedimenti di separazione e divorzio.

In parole povere, chiarisce l’avv. Vitagliano, il governo aveva manifestato una particolare sensibilità per tale problematica, considerando  il diritto di visita o di prelievo del genitore non collocatario, rientrante nella nozione dello stato di necessità in virtù del quale, la norma in esame consente  di aggirare i divieti imposti dallo stato di quarantena.

Senonché, qualcuno aveva manifestato perplessità sulla permanenza di tali disposizioni all’indomani delle più stringenti restrizioni apportate con l’art. 1 lett. B del DPCM del 22 Marzo 2020.

L’indicato decreto infatti, non consente spostamenti alle persone fisiche al di fuori del Comune nel quale si trovano, se non per comprovate esigenze lavorative, per motivi di assoluta urgenza o per motivi di salute, pertanto, era stata riscontrata dagli addetti ai lavori, l’esistenza di un vero e proprio paradosso, infatti, se i genitori risiedono nello stesso comune, sembrerebbe ancora consentito l’esercizio del diritto di visita, mentre tale diritto, non potrebbe essere esercitato se i genitori risiedono in comuni diversi.

Tale interpretazione è stata tra l’atro di recente avallata dalla prima sezione civile del Tribunale di Bari, in persona del Giudice Saverio De Simone, il quale, nella specie ha negato l’esercizio del diritto di visita di un padre residente in un Comune diverso rispetto a quello del genitore collocatario.

Per fortuna il Governo in data 28.03.2020, con la pubblicazione delle faq chiarificatrici in ordine alla corretta applicazione del DPCM del 22 marzo 2020 ha specificato che “gli spostamenti per raggiungere i figli minorenni presso l’altro genitore o comunque presso l’affidatario , oppure per condurli presso di se, sono consentiti, in ogni caso secondo le modalità previste dal Giudice con i provvedimenti di separazione o di divorzio.

Al riguardo il legale consiglia di dotarsi durante lo spostamento sia dell’autocertificazione che del provvedimento del Giudice al fine di evitare problemi con le forze dell’ordine.

L’avv. Vitagliano precisa che i dubbi interpretativi innanzi enucleati sono una diretta conseguenza della fretta con cui il legislatore è costretto ad operare in certi momenti, la quale, può determinare contraddizioni reali o apparenti come quelle innanzi riportate, di cui ci si rende conto solo in sede applicativa.

Tali storture possono essere eliminate solo da un successivo intervento del legislatore, che a seconda dei casi, può o chiarire l’interpretazione corretta della norma come è avvenuto nel caso di specie oppure intervenire con nuove norme finalizzate ad eliminare i punti nevralgici delle precedenti disposizioni  emanate.

In conclusione,  è naturale che al legislatore possa sfuggire qualcosa in un periodo in cui si è costretti a legiferare rincorrendo l’emergenza, la quale, determina per forza di cose aspetti negativi ed iniqui in ogni ambito.

Per fortuna queste disposizioni  hanno una limitata efficacia nel tempo, e pertanto, cadranno non appena finirà l’emergenza.

L’unica cosa da fare al momento quindi è stringere i denti, sopportare le restrizioni e confidare in un ritorno alla normalità per i figli, per i genitori per tutti insomma.