Vige il massimo riserbo sulle indagini condotte dai Carabinieri di Casoria e Castello di Cisterna sull’omicidio di Antimo Giarnieri.
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Però la pista che i Militari stanno battendo è quella che riconduce allo spaccio di stupefacenti. Sul territorio di Casoria, dopo gli arresti dei mesi scorsi, c’è un vuoto di potere e soprattutto le nuove generazioni del malaffare stanno cercando di emergere nello smercio della droga. L’omicidio del 18enne avvenuto al Parco Smeraldo potrebbe rientrare in questa dinamica. Uno sgarro, un tentativo di emergere, un dissapore con qualche giovane gang del territorio dal grilletto facile. Tutte ipotesi che i Carabinieri stanno vagliando. Anche perché il Parco Smeraldo, teatro del raid sanguinario, è storicamente un territorio neutro dove non era “consentito” lo spaccio dalle vecchie organizzazioni che controllavano Casoria. Quindi si potrebbe trattare anche di una dimostrazione di forza da parte di chi un tempo controllava una zona che è ormai fuori controllo.
I Carabinieri, coordinati nelle indagini dai Maggiori Bagarolo e Filippo, stanno passando al setaccio anche la vita del 16enne ferito nel raid. Perché non è assolutamente un’ipotesi remota che potesse essere lui il reale obiettivo del raid e che Antimo Giarnieri sia stato ucciso al posto suo. Ipotesi ancora più agghiacciante è quella che si potrebbe trattare anche di uno scambio di persona. Va ricordato e sottolineato che il 18enne originario di Aversa, ma residente a Casoria, era incensurato. E pare non entrarci nulla con la sua morte il background criminale del fratello, Vittorio Giarnieri, attualmente in carcere ed esponente della nuova cosca dei Casalesi riconducibile alla fazione dei Bidognetti.