Cardito piange Diego, morto ad appena 40 anni

 

Un giorno triste per Cardito, l’anno nuovo si apre con la dipartita di Diego Esposito, conosciuto da tutti in paese.

Diego poco più che 40enne, ha seguito il suo destino, ha vissuto la sua vita, contornata da ‘vizi’ sbagliati, da quelle che i perbenisti definiscono cattive strade. Diego non c’è più, non lo sentiremo più esclamare – “Hai una monetina per favore”- non darà più ‘fastidio’ con il suo elemosinare, probabilmente una ‘ricerca’ improntata più sulle attenzioni che su i soldi.

Ciao Diego, sei volato via, in silenzio, in punta di piedi, ai principi del 2021, ma è giusto ricordarti, lo meriti, anche se da tempo i tuoi occhi azzurri ed i tuoi capelli biondi erano sfioriti, oggi meriti tutta l’attenzione che negli ultimi anni di vita non hai avuto, oggi meriti l’ascolto, oggi il tuo grido silente rimbomba dentro di noi, nei cuori di chi ti ha conosciuto, di chi ha apprezzato la tua intelligenza, la tua sensibilità, di chi conosceva anche le sfortune che ti hanno attanagliato e che ti hanno segnato. Scusaci se puoi, se in cambio ti abbiamo ripagato solo con l’indifferenza, come se fossi un appestato, se non abbiamo saputo donarti un sorriso, se non abbiamo saputo tenderti una mano invece di puntare contro un misero indice intrinseco di giudizi, di morali fatte da chi in fondo non ha percorso i tuoi stessi passi. Allo stesso tempo però, siamo consapevoli che tu abbia ‘consumato’ la tua vita come meglio credevi, che ti sia ‘speso’ secondo il tuo modus operandi, modus ovviamente non condiviso, ma ciò non toglie che nessuno ha il diritto di giudicare il prossimo, ciao Diego, ora sarai libero, non avrai più bisogno della tua bicicletta, di chiedere monetine, di essere allontanato, ora potrai riabbracciare la tua adorata sorella, ora siamo noi che come società ‘civile’ abbiamo bisogno del tuo insegnamento, ora più che mai, ci mancherai, condannati da quel ‘per sempre’, inesorabile, costretti a singhiozzare nei ricordi del tempo.

A te Diego, vogliamo dedicare alcuni versi di Fabrizio De André: “Mi citeran di monito a chi crede sia bello Giocherellare a palla Con il proprio cervello
Cercando di lanciarlo Oltre il confine stabilito
Che qualcuno ha tracciato Ai bordi dell’infinito”.