Sei anni fa moriva Pino Daniele, la voce di Napoli

 

Il 4 gennaio 2015 la musica italiana piangeva per la scomparsa di Pino Daniele, fra i più importanti artisti della storia del nostro Paese ed autentico simbolo di Napoli.

L’attaccamento viscerale fra il cantautore e la sua città è parte fondamentale del suo canzoniere, inaugurato nel 1977 dall’album Terra Mia, primo atto di quell’unione fra blues e canzone napoletana che sarebbe poi diventato il suo marchio di fabbrica.

Se già nel debutto brani come ‘Na tazzulella ‘e cafè e Maronna mia ponevano l’accento su questo stile fusion, sarà negli album successivi che Pino Daniele riuscirà a focalizzare ancora maggiormente il proprio stile, toccando vette insuperabili.

Infatti, prima con l’album omonimo del 1979 consegnerà alla storia della musica italiana delle autentiche perle, una su tutte la celebre Je so’ pazzo, e poi nel 1980 pubblicherà il suo capolavoro, Nero a metà. Con quest’album, Daniele si sposta dal suo tradizionale sound ed esplora confini mai toccati prima, raggiungendo la piena maturità artistica, rappresentata non solo dal singolo Quanno chiove, ma anche dai brani più esistenziali, come I Say i’ sto ccà, o dal manifesto A me me piace ‘o blues, che mostra addirittura un’inedita attitudine punk.

Da quel momento in poi, la carriera di Pino Daniele sarà costellata da successi e numerose collaborazioni, da Francesco de Gregori ad Eric Clapton, passando per Pat Metheny e Joe Bonamassa, rendendo internazionale la sua musica.

Pino Daniele è stata ed è tuttora la voce di Napoli, il musicista simbolo di una città e di milioni di persone, ed ancora oggi le nuove generazioni crescono con i suoi brani e le sue parole.