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Ciro Migliore condotto al carcere femminile: “Non tutelate le diversità”

Scoppia la polemica sul caso di Ciro Migliore, transgender, arrestato per spaccio a Caivano (NA) e condotto in un carcere femminile: “La giustizia italiana non tutela l’identità sentita dai detenuti”.

Ciro Migliore è già conosciuto dalla cronaca per il suo fidanzamento con Maria Paola Gallone, la ragazza morta in seguito a un incidente provocato dal suo stesso fratello perché la famiglia non accettava la loro relazione.  Migliore è stato arrestato per detenzione e spaccio di droga a Caivano, cittadina della provincia di Napoli ed è stato condotto nell’istituto penitenziario femminile di Pozzuoli perché per la giustizia italiana, è ancora Cira Migliore.

La legge, infatti, fa riferimento solo ai documenti su cui si legge Cira Migliore perché il giovane non ha completato il processo di transizione verso la sua nuova identità maschile.

In un’intervista, la presidente dell’associazione Arcigay di Napoli, Daniela Falanga, ha dichiarato:

“Purtroppo c’è questo paradosso che un uomo si possa ritrovare in reparti femminili. Se non ci sono norme a specificare dove le persone vadano collocate in carcere, è ovvio che valga il documento. E in questo momento “donna” non descrive il vero sesso di Ciro, che è appunto maschile”.

Il problema, quindi, risiede nell’ubicazione del detenuto in reparti maschili o femminili, indipendentemente dall’identità sessuale che egli riconosce.

Una dispensa pubblicata nel 2013 dal DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), tocca un punto importante:

I transessuali appartengono ad una categoria a cui è riservato un trattamento del tutto peculiare. […] La loro condizione in carcere è problematica e difficile non solo per la particolarità dell’esperienza vissuta ma anche e soprattutto per le loro caratteristiche psicologiche e fisiche. La vita detentiva, senza considerare la “sessualità sentita” dei detenuti, non aiuta a comprendere la storia di un corpo modificato o in via di trasformazione.”

Ci auguriamo che il caso di Ciro sia esemplare per garantire maggiore tutela nei confronti delle persone detenute.