Omicidio Ornella Pinto: Forse non si è trattato di un raptus di follia

Napoli – Si segue la pista dell’omicidio premeditato per il caso di Ornella Pinto, insegnante di 39 anni uccisa dal suo ex con 15 coltellate.

La sorella Valeria racconta che i due si erano lasciati da un paio di mesi, ma nessuno in famiglia avrebbe mai sospettato che l’ex compagno avrebbe potuto reagire in modo così violento. Nemmeno Ornella che in quei mesi non aveva mai avuto paura o qualche sospetto. “Pensi mia sorella che donna era e che cuore: aveva già comprato il regalo della festa del papà, che il bambino avrebbe consegnato al padre”, ha raccontato.

Il 43enne ha poi confessato ai carabinieri il delitto, descrivendo il suo come un raptus, ma le indagini degli inquirenti hanno portato ad ipotizzare la premeditazione.

E proprio agli inquirenti di Terni, il reo confesso avrebbe rivelato di essere stato colto da un raptus: “Sono entrato in casa alle quattro del mattino – ha raccontato – per parlare con Ornella. Volevo dirle che avevo intenzione di essere più presente nella vita di nostro figlio. L’ho svegliata, abbiamo parlato, poi abbiamo discusso e nel litigio ho afferrato il coltello”. Racconto che però non aveva convinto gli avvocati di parte civile, e che al momento sembra sconfessato dalle perizie.

La stessa lama usata da Iacomino non proveniva dalla cucina dell’abitazione, ma era stata potata da fuori, avvolta in un panno. Elementi che aggravano la posizione dell’uomo: al momento l’accusa è di omicidio volontario, ma se dovesse essere accertata l’aggravante della premeditazione rischierebbe anche l’ergastolo nonostante il processo con rito abbreviato. Per Iacomino è stata chiesta una perizia psichiatrica, e non è escluso che la difesa nei prossimi giorni possa ricorrere al Riesame per chiedere l’annullamento della misura restrittiva.

“Era stato trattato con sensibilità da tutta la famiglia, anche durante e dopo la separazione, mentre lui organizzava il massacro”, ha dichiarato la sorella di Ornella. Nel corso dei funerali, celebrati nel Duomo di Napoli, i familiari della vittima respinsero anche un mazzo di fiori inviati dalla famiglia Iacomino e strapparono il biglietto che li accompagnava.