Orta di Atella

Orta di Atella, reati ambientali. Maxi operazione: sequestrati 2 terreni estesi su 14.000 mq

Orta di Atella. Questa mattina, nel territorio comunale di Orta di Atella, è scattata un’operazione interforze finalizzata al contrasto di reati a danno dell’ambiente.

I Carabinieri della locale staizione, insieme con la Polizia Municipale gli ordini del Comandante Dott. Pasquale Pugliese e ai militari dell’Esercito italiano del Raggruppamento Campania , hanno sequestrato due discariche abusive e denunciato i titolari, accusati di diversi reati contro l’ambiente.

Entrambi i siti erano a poca distanza l’uno dall’altro, in Via Clanio, nella zona agricola di Orta di Atella, dove nel bel mezzo di grandi terreni agricoli adibiti alla coltivazione si nascondeva un’attività abusiva di discarica di rifiuti speciali, anche
pericolosi.

In particolare, i militari sono intervenuti sequestrando un’impresa specializzata nella vendita all’ingrosso di cuoio e pelli gregge lavorate.

Denunciato il titolare e i familiari, i quali avevano posto in essere una discarica abusiva a cielo aperto, estesa su 6.503 metri quadrati, all’interno della quale stando alle indagini, venivano smaltiti illegalmente rifiuti pericolosi derivanti proprio dalla lavorazione di cuoio e pelli. L’intera area è stata posta sotto sequestro preventivo unitamente a 50 macchine per la lavorazione di pellame, 4 autoveicoli, 5 autocarri, 22 mezzi d’opera, 3 container ed alcuni immobili abusivi.

Le indagini effettuate dai carabinieri  hanno poi portato al sequestro di un fondo agricolo, esteso su una superficie di 7.275 metri quadrati, e alla denuncia del rappresentante e dell’amministratore del terreno, nel quale era stata realizzata una grossa vasca di contenimento dove erano stati sversati, illecitamente, 3.000 metri cubi di rifiuti

Il Comandante della Polizia Locale Dott. Pasquale Pugliese, nominato dalla triade commissariale, ha dichiarato: “è stata
un’indagine complessa perché l’area utilizzata per l’attività illecita di discarica abusiva di rifiuti speciali e pericolosi, è
risultata essere di proprietà di due soggetti deceduti oltreché costruita in parte su demanio pubblico. Siamo soddisfatti per aver fermato l’ennesimo abuso che minaccia l’ambiente, un serio e concreto pericolo per la salute dei cittadini”.