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Turista violentata a Meta di Sorrento: dimezzate le condanne agli stupratori

META DI SORRENTO. Pena ridotta per i cinque ex dipendenti dell’hotel che abusarono, nel 2016, di una turista 50enne del Kent.

La donna era in vacanza insieme alla figlia a Meta di Sorrento quando, durante una serata, i cinque la fecero ubriacare servendole da bere per poi abusare sessualmente di lei.

Secondo la ricostruzione degli inquirenti, i cinque dipendenti non solo avevano violentato la 50enne, ma avevano anche ripreso lo stupro, facendo circolare le immagini nelle chat.

La Turista, rientrata nel suo paese, era stata visitata ed erano state accertate lesioni compatibili con una violenza sessuale e, tra settembre e dicembre 2016, nei suoi capelli furono trovate tracce di droga. Per questo motivo, i giudici di I grado si pronunciarono ritenendo che la donna avesse assunto, a sua insaputa, la droga dello stupro. Il Tribunale di Torre Annunziata aveva condannato a 9 anni Gennaro Gargiulo, a 8 anni Antonio Miniero e Fabio De Virgilio, a 7 anni Francesco D’Antonio ed a 4 anni di reclusione Raffaele Regio.

Sono state dimezzate in appello le pene per i cinque ex dipendenti dell’hotel di Meta.

La 50enne, secondo la ricostruzione dei giudici, fu violentata ma non drogata o, almeno, non c’è la certezza che ciò sia accaduto e l’aggravante della somministrazione di droga non sussistente in quanto le tracce dello stupefacente erano state ritrovate soltanto nel capello, esaminato diverso tempo dopo dal fatto, e non nelle urine della vittima, e non è quindi possibile stabilire con certezza che sia stata somministrata dai cinque imputati.

Per questo la Corte d’Appello di Napoli ha modificato la sentenza di primo grado emessa poco più di un anno fa dal tribunale di Torre Annunziata. In secondo grado le condanne sono state ridotte: 4 anni per D’Antonio, Miniero e De Virgilio, 4 anni e otto mesi per Gargiulo e 3 anni per Regio.

I cinque sono attualmente tutti ai domiciliari e gli avvocati della difesa hanno annunciato che faranno ricorso in Cassazione, con l’obiettivo di provare l’innocenza dei cinque, che hanno sempre sostenuto che la donna fosse consenziente.