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Acerra: Rifiuti liquidi nel bosco, ambientalisti all’attacco

ACERRA. I volontari antiroghi di Acerra hanno presentato al presidente della conferenza regionale, Anna Martinoli, e alla Sovrintendenza una serie di osservazioni volte a bloccare l’arrivo dell’impianto per il trattamento di 18mila tonnellate all’anno di reflui civili e industriali.

Come riportato da ilmediano.com, controdeduzioni al progetto ma anche alla procedura seguita finora dalla stessa conferenza dei servizi, presieduta dalla dirigente della Regione Campania e composta da Città Metropolitana, Sovrintendenza, Asl Napoli 2 nord, Ato 1, distretto idrografico dell’Appennino Meridionale, Ente Idrico Campano, Arpac, Autostrade, Comune di Acerra, società Guadagni e Volontari Antiroghi.

Alessandro Cannavacciuolo, dei Volontari Antiroghi, ha dichiarato: “Il presidente della conferenza non ha dato seguito alle richieste specifiche della Sovrintendenza sullo stato dei luoghi in cui ricade il progetto. Con una procedura singolare ha invece interpellato il Comune di Acerra sull’esistenza di vincoli nell’area oggetto dell’intervento di attivazione della vasca. E così il Comune, sostituendosi di fatto alla Sovrintendenza  ha risposto al presidente che l’area non ha vincoli. Ciò non solo non è esatto ma costituisce pure il risultato di un eccesso di potere”.

Di recente la giunta del Comune di Acerra ha adottato il nuovo Piano Urbanistico Comunale nell’attesa che venga approvato prima dalla Città Metropolitana e in via definitiva dal consiglio comunale. Ebbene, il PUC adottato non prevede, effettivamente, vincoli nell’area limitrofa alla vasca. “Ma in base alla legge se il PUC è ancora in fase di adozione allora si applicano le norme più stringenti di tutela del territorio. E queste norme più stringenti sono contenute nel Piano Regolatore Generale di Acerra: stabilisce che l’area in cui vogliono riattivare il depuratore è vincolata e quindi inadatta allo scopo” conclude Cannavacciuolo.

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