Da dove nasce la faida di Arzano, il Gip ricostruisce la storia criminale dell’area nord di Napoli

Arzano – Nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere di Mariano Monfregolo per le minacce al comandante della Polizia Locale di Arzano, Biagio Chiariello, viene ricostruita da un punto di vista storico l’attuale faida in corso.

LA RICOSTRUZIONE STORICA

Il gip Ivana Salvatore nell’ordinanza di custodia cautelare del Monfregolo, ripercorre le prime fasi dell’infiltrazione degli Amato-Pagano di Secondigliano nel territorio a nord di Napoli. Nei primi anni 2000, subito dopo la “Faida di Scampia” Arzano era considerata una zona cuscinetto tra la criminalità napoletana e quella di Afragola. Gli Scissionisti erano pronti a conquistare quel territorio e in questa ottica va letto il duplice omicidio di Ciro e Domenico Girardi il 3 giugno 2006, referenti sul territorio arzanese del clan Di Lauro. In questo modo gli Scissionisti (Amato – Pagano) sancirono la presa del potere in città.

Subito dopo seguì un incontro / accordo tra gli Amato – Pagano e la criminalità organizzata di Afragola. A quest’ultima restò il controllo del racket delle estorsioni, delle attività commerciali e degli appalti. Mentre gli scissionisti si occuparono del traffico di stupefacenti.

Si legge nella documentazione del gip che la grande mole di introiti economici derivanti dal traffico di stupefacenti, ruppe l’accordo. Nella criminalità afragolese, Ciro Casone e Giovanni Castiello decisero di organizzare un proprio gruppo per lo spaccio di droga, rompendo in questo modo il patto con gli Amato-Pagano. La gestione fu affidata a giovanissimi non abituati ad agire secondo le logiche di appartenenza ad un clan strutturato.

La conseguenza fu lo sfaldamento del gruppo e l’emersione di nuove formazioni criminali composte da giovani del posto che, con il supporto degli Scissionisti, riuscirono a prendere il controllo del narcotraffico ad Arzano. Dopo la morte di Casone (ucciso in un agguato in un centro estetico il 26 febbraio 2014) la posizione di comando fu stata assunta da Pietro Cristiano, alias “Zi’ Pierino”.

LA NASCITA DEL “CLAN DELLA 167”

Pietro Cristiano e il figlio Pasquale (il boss noto per la passeggiata in Ferrari), prosegue il gip nella ricostruzione, gestivano già una piazza di spaccio di marijuana nel complesso popolare della 167 quando l’area era sotto l’influenza del clan Di Lauro. Quando ormai gli Scissionisti controllavano già totalmente il traffico di droga dell’immediata provincia a Nord di Napoli, Arzano compresa, il rapporto tra il clan e la famiglia Cristiano fu rafforzato dalla relazione nata tra Anna Cristiano, vedova di Domenico Girardi, e Renato Napoleone, elemento di primo piano della cosca che in quel momento era retta da Rosaria Pagano.

Col passare degli anni, nonostante momenti di maggiore o minore vicinanza (a seconda di quali dei vertici erano in libertà), il gruppo ha tenuto saldo il legame con gli Scissionisti e, crescendo, si è imposto anche come interlocutore per gli altri clan dell’area nord, stringendo accordi con i Mormile di Frattamaggiore (il cui capo, Vincenzo Mormile, è cognato di Pasquale Cristiano) e con i Sautto del Parco Verde di Caivano per la fornitura di stupefacenti.

LA FAIDA DI QUESTI MESI

Nel nuovo gruppo di Arzano si è consolidata la leadership di Pietro Cristiano e del figlio Pasquale, da un lato, e dall’altro quella di Giuseppe Monfregolo e del fratello Mariano, situazione che ha portato alla nascita di due fazioni. Con le ultime vicende giudiziarie, in particolare con gli arresti e la detenzione delle figure apicali del sodalizio, anche questi equilibri hanno finito col rompersi, per via dei tentativi di ciascuna fazione di prevalere sull’altra. In particolare, prosegue il gip, la scarcerazione di Pietro e Pasquale Cristiano, nell’aprile 2020, portò all’estromissione della fazione Cristiano, i cui componenti furono allontanati da Arzano.

Le tensioni si sono riaccese in seguito all’aggravamento della misura cautelare già applicata per Pasquale Cristiano: l’uomo, sottoposto agli arresti domiciliari, in occasione della Prima Comunione del figlio aveva sfilato in Ferrari tra le strade di Arzano, mettendo in scena quello che per gli inquirenti fu una dimostrazione di forza del clan. In questa nuova fase di contrasti accesi si collocano il tentato omicidio di Raffaele Liguori (17 settembre 2021) e l’agguato all’interno del Roxy Bar (24 novembre 2021), quando i killer, per uccidere Salvatore Petrillo, nipote di Pietro Cristiano, ferirono anche Vincenzo Merolla e Luigi Casola, anche loro ritenuti vicini al gruppo criminale, e due innocenti.

Dopo la morte di Petrillo (deceduto alcuni giorni dopo in ospedale) ci furono, tra la fine del 2021 e l’inizio del 2022, “alcune azioni dimostrative che, partendo da Arzano, hanno riguardato anche i confinanti comuni di Frattamaggiore e Frattaminore (in un presumibile quadro di riassetto dei complessivi equilibri criminali nell’area) e soprattutto diversi episodi delittuosi e “allontanamenti” dalle abitazioni popolari ubicate nelle palazzine per consentire nuove (illegittime) occupazioni”.

Le palazzine della 167, fortino dei due gruppi criminali, è quindi diventata terreno di scontro: nelle ultime settimane gli investigatori hanno registrato l’allontanamento del nucleo familiare di Pasquale Cristiano e il ritorno della famiglia Monfregolo e dei relativi affiliati e numerose abitazioni sono state occupate abusivamente da personaggi vicini a quella fazione, anche provenienti da altri comuni, a ribadire la “presa di possesso” della 167.

LA MIA CARNI Casandrino