Olga Semidyanova

“ La Guerra, le Donne e la loro forza d’animo…il ricordo di Olga Semidyanova, una Mamma Eroina “

di Biagio Fusco – Racconto una storia di guerra che – confesso – ha colpito la mia sensibilità umana fino alle profondità dell’animo, perché, innanzitutto, si tratta di una “ storia umana “ e perché sono gli uomini a fare la guerra e non viceversa.  La vicenda – forse sarebbe più corretto precisarlo – ha folgorato la mia attenzione, stimolandomi a soffermare la riflessione su uno dei misteri che più si definiscono forse come inaccessibili ad ogni sorta di speculazione scientifica, filosofica e religiosa, persino quella più accreditata; mi riferisco alla “ forza interiore delle Donne ”, quella che conosciamo nei momenti e nelle circostanze talvolta più inaspettate e trattate con superficialità nella nostra esistenza. Senza titolo, autorità o autorevolezza ma con la compostezza che si confà al dovere che grava sul capo di colui che desidera occuparsi di una “ faccenda seria “, stavolta voglio ricordare il martirio di Olga Semidyanova.

Per quale motivo ? perché lo merita; perché la memoria non dovrà andare perduta, perché rappresenta l’insegnamento, il monito che cristianamente l’umanità vuole e deve estrare dalle esperienza negative, dal quel male oscuro, sordo che ci circonda e che probabilmente alberga in ognuno di noi. Chi era Olga ? Una “ Donna “ forte, anzi fortissima, un medico competente e coscienzioso, una sposa matura, una “ madre coraggio “ che senza risparmiare alcuna energia del proprio corpo allevava ben 12 figli.  Se tentassi anche solo per un attimo di riassumere in poche parole le sue qualità morali, eccelse, dovrei concludere senz’altro che Olga era una “ gran devota della Vita ”, perché è necessario possedere dentro di sé una riserva inesauribile di “ bontà d’animo “ per affrontare in modo impavido quelle avversità che la vita le ha messo davanti sul suo cammino.

Ha dato alla luce sei figli naturali e ne ha cresciuti altrettanti come propri dopo averli raccolti come fiori da un orfanotrofio, a seguito di regolare adozione. E’ caduta sotto il fuoco del nemico aggressore ad appena 48 anni, lì al fronte di guerra, in una località imprecisata tra le regioni di Donetsk e Zaporizhzhya, dove aveva deciso di posizionarsi in prima linea per respingere l’attacco degli invasori russi; ma non era la prima volta che lasciava Marhanets, città dove viveva dedicandosi con totale sacralità alla sua famiglia ed al prossimo, e che scendeva in campo a combattere per l’indipendenza, l’autonomia e l’integrità territoriale del suo popolo e del suo Paese, l’Ucraina. Questa eroina popolare lascia anche un marito che, nel 2015, durante le ostilità scoppiate nel DONBASS l’anno precedente, da volontario si era offerto di unirsi ad un battaglione DUK e che lei aveva seguito raggiungendolo presto in qualità di medico militare pronto a prestare cure ai soldati feriti nei cruenti scontri che avvennero nei teatri di guerra.

E’ stata colpita fatalmente da uno dei razzi esplosi dall’artiglieria russa, proprio mentre con spirito di raro sacrificio e caritatevole solidarietà onorava il suo lavoro, che per Lei era la sua missione terrena.  Le schegge infinite del missile l’hanno trafitta al ventre. Con un colpo inferto a quella parte del corpo che tanto ha donato alla vita è stata brutalmente strappata ai suoi affetti. Avrebbe potuto allontanarsi tranquillamente dalle zone di rischio critico una volta che i comandanti della resistenza ucraina avessero ordinato la ritirata dei soldati; e invece no, voleva salvare tutti, senza esclusione ! A dare il mesto annuncio è stata una delle sue figlie che tra le lacrime ha esclamato: 

Ha lottato fino all’ultimo dando la sua vita, L’Ucraina perdonerà ma non dimenticherà ”. 

Il governo ucraino, attraverso Anton Gerashchenko, consigliere del Ministero dell’Interno, ha reso omaggio alla donna dichiarando: “ È stata uccisa in uno scontro con teppisti russi ”. Purtroppo, la salma o ciò che resta, al momento, risulta dispersa poiché il corpo non è stato rinvenuto; secondo le ricostruzioni il decesso sarebbe accaduto intorno al 3 di marzo, data a partire dalla quale la famiglia non ha più ricevuto sue notizie.    

Sappiamo dove è stata uccisa, tra quali villaggi, ma non sappiamo a quali persone rivolgerci per poter portare a casa la salma, non sappiamo nemmeno in che condizioni, se è già sepolta da qualche parte ” ha dichiarato un’altra delle sue figlie, Anna, durante un appello rivolto a chiunque fosse in possesso di preziose informazioni a riguardo. 

È diventata così forte – scrive sempre su Facebook la figlia Sasha che dopo aver dato alla luce 6 figli, è riuscita a crescere i figli degli altri come fossero suoi. E dopo tutto, quando il Paese aveva bisogno di persone, lei non poteva stare da parte e si è messa in difesa dell’Ucraina “. Proprio in ragione della sua dedizione e del numero di figli che aveva voluto, fu insignita del titolo di Mamma Eroina “.  

Chi meglio e più delle Donne potrebbe spiegarci la semantica delle parole scritte da un notissimo autore russo, Lev Tolstoy, il quale a proposito dei conflitti bellici dice “ il tempo e la pazienza sono gli attributi più grandi di tutti i guerrieri ” ?