NAPOLI incendio campo Rom Gianturco

Incendio Gianturco, diossine oltre i limiti. I cittadini sono preoccupati

Gianturco – Non arrivano buone notizie dall’ARPAC dopo il monitoraggio dell’aria intorno al campo rom abusivo interessato da un grosso incendio lo scorso 1 maggio.

Ieri alle 19 l’ARPAC ha diffuso un aggiornamento sul monitoraggio dell’aria: L’Agenzia rende noti gli ulteriori risultati emersi. Il monitoraggio delle diossine e furani dispersi in atmosfera, svolto con un campionatore ad alto flusso attivato lo scorso 2 maggio nei pressi del sito dell’incendio, ha evidenziato (prime 24 ore) un valore di concentrazione pari a 0,28 pg/nm3 I-TEQ – picogrammi per normal metro cubo in termini di tossicità totale equivalente – che indica uno scostamento rispetto alle concentrazioni di tossicità equivalente dell’ordine di 0,1 pg/m3 mediamente riscontrabili in ambiente urbano e soggette a grande variabilità, individuate dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il valore riscontrato è superiore inoltre a quello di riferimento indicato dalle linee guida del LAI-Germania, pari a 0,15 pg/nm3 I–TEQ, utilizzato correntemente dalla comunità scientifica. 

Il monitoraggio prosegue per verificare l’andamento, nel corso del tempo, delle concentrazioni di tali microinquinanti.  

In tutto il periodo dall’attivazione del laboratorio mobile nei pressi del Centro direzionale di Napoli (primo pomeriggio del 2 maggio) fino a quando arrivano i dati al momento disponibili (oggi primo pomeriggio), le concentrazioni di ozono, ossidi di azoto e degli altri inquinanti monitorati secondo la normativa vigente in materia di qualità dell’aria ambiente si sono mantenute su valori inferiori ai limiti di legge. Analoghe condizioni sono state riscontrate dalle stazioni fisse di monitoraggio più vicine al luogo dell’incendio, operative continuativamente nell’arco dell’anno, situate a Napoli-Piazza Garibaldi, Napoli-via Argine, Napoli-Ospedale don Bosco.  

Questi dati sono facilmente verificabili anche nei pressi della struttura dove il pungente odore acre guasta immediatamente lo stomaco, fa bruciare la gola e fa pizzicare gli occhi. I cittadini del rione, diventato famoso al grande pubblico per “L’amica Geniale“, sono preoccupati per la loro salute, anche perché ancora adesso mentre scriviamo la carcassa dell’edificio continua a fumare. Ieri faceva impressione vedere dozzine di bambini e ragazzini giocare presso la Chiesa della Sacra Famiglia, mentre a meno di 200 metri c’era questo edificio annerito e un’aria che toglieva il fiato.

Ad essere preoccupati non sono solo i cittadini ma anche la Presidente della IV Municipalità, Maria Caniglia, che il 3 maggio ha inviato una comunicazione ufficiale al Sindaco di Napoli, agli Assessori all’Urbanistica e alle Politiche Sociali, all’ARPAC, all’ASL Napoli 1 Centro, al Prefetto e al Questore per non essere lasciata sola nella gestione di questa emergenza e per avere rassicurazione sull’impatto che questo rogo avrà e sta avendo sulla salute pubblica.

L’edificio interessato dal rogo dovrebbe essere di competenza di Agorà, che gestisce i parcheggi in quell’area per il Tribunale per conto del Comune di Napoli. Al di là delle responsabilità penali per quanto accaduto, in caso di pericolo per la salute pubblica dovrebbero essere Agorà e il Comune ad intervenire per eliminare il pericolo.

In una scala di problemi che questo incendio ha provocato, c’è la questione di dove siano andati a finire i quasi 200 abitanti del campo rom abusivo. Una cinquantina sarebbero ospiti del comune in una struttura di Soccavo, ma gli altri pare non abbiano accettato altre sistemazioni. E dopo una paio di giorni di accampamenti mobili nella zona, si sono perse le loro tracce. Alcuni abitanti del quartiere dicono di averli visti tornare in via Brecce a Sant’Erasmo, zona già occupata anni fa, altri li hanno visti in via del Macello, dove da qualche anno già c’era un piccolo insediamento.

Al momento la situazione è di incertezza a tutto tondo, ma i cittadini di Gianturco, del Rione Luzzatti, hanno bisogno di risposte certe, soprattutto sulla questione salute.

Dodecà Casoria