Lo zelo per il mio popolo mi consuma.
“Carissimi, scrivo questa lettera aperta per mettervi a conoscenza di una questione che si voleva condurre, sviluppare e risolvere nella normalità.
Tutti sappiamo che oggi la normalità assume le tinte del paradosso in quanto si preferisce ad essa una resiliente accettazione dell’a-normalità, restando in un atteggiamento di sottomissione all’indolenza e all’indifferenza di quelli che sono i compiti e le responsabilità di ciascuno.
Pertanto ho deciso di rendere pubblico un processo lungo e faticoso, legittimo e opportuno perché ciò che è paradossale, ritornasse ad essere normale.
Nel 2017 rientrato da un anno di missione con la congregazione salesiana dal nord dell’Albania, il cardinale Sepe mi voleva parroco a Casoria come successore di don Nunzio D’Elia presso la parrocchia di San Paolo.
Al mio arrivo constatavo che in un cortile attiguo alla parrocchia transitava un’ambulanza del 118 che partiva da un locale interno all’ASL Napoli 2 di Casoria.
Oltre al passaggio dell’ambulanza, venivano parcheggiate sistematicamente alcune auto del personale di servizio presso l’Asl di Casoria e lo stesso personale era munito di chiavi e telecomando per l’accesso pedonale del cortile in questione.
Essendo amministratore protempore della struttura mi sinceravo dell’onestà documentaria di questa situazione e ne constatavo la piena irregolarità.
In virtù dell’esposizione di queste vertenze, nel 2017 l’amministrazione prometteva di provvedere allo spostamento del mezzo in area di proprietà comunale cosiddetta dell’ex-macello e maggiormente idonea ad accogliere questo servizio di emergenza.
Intanto in conseguenza di tali accertamenti la parrocchia riceveva ed è tuttora vigente il passo carrabile.
Inoltre venivamo visitati da messi del dirigente del 118 che si mostrarono comprensivi della situazione d’imbarazzo da parte loro e si mostravano consenzienti rispetto all’opportunità di spostamento dell’ambulanza in luogo più idoneo.
Intanto con il Covid la questione per ovvie ragioni fu sospesa.
All’11 di febbraio 2022 fiducioso che l’amministrazione avesse provveduto allo spostamento dell’ambulanza, insieme all’arcivescovo mi recavo presso l’ospedale di Casoria per capire a che punto fosse la questione ed entrambi ricevevamo rassicurazioni sull’esecuzione del provvedimento già in essere entro un mese ma alla fine del mese di marzo nulla si era fatto ancora.
Ho nuovamente interpellato le istituzioni competenti, attraverso 10 Pec più 4 pec alla regione campania, presso la quale sono intervenuto con un incontro, ricevevamo ulteriori rassicurazioni rispetto ad una soluzione che si sarebbe concretizzata il 20 giugno di quest’anno.
Posso dire che non è successo niente, alle PEC tranne che per questi due incontri descritti non ho ricevuto mai risposte e questo non è il modo di assumersi delle responsabilità.
Un quartiere come quello della nostra comunità parrocchiale costruito senza pensare ai giovani, ai ragazzi e ai bambini non ha nessun futuro, pertanto la chiesa come istituzione non può privarsi di spazi per convenire alla sua missione di salvezza non solo delle anime ma anche delle vite concrete di chi, come i ragazzi, hanno bisogno di poter costruire il proprio futuro in luoghi che ne possano garantire l’accoglienza per una crescita sana e sicura.
Mi assumo la responsabilità di tutte le conseguenze che verranno dalla scelta di chiudere definitivamente l’accesso all’ambulanza il 20/07 per continuare i lavori già cominciati nell’area in questione per garantire gratuitamente spazio vitale ai ragazzi che ogni giorno vengono a passare in modo sano il loro tempo nei nostri cortili, sperando che ognuno a livello istituzionale si assuma le proprie responsabilità”.
Di cuore Don Giuseppe De Vincentiis