A Napoli ‘Processo ad una strega’, tra pregiudizi e follia

Venerdì 29 luglio nel Maschio Angioino, testo e regia di Annamaria Russo

Saranno gli spazi del cortile del Maschio Angioino di Napoli a ospitare, venerdì 29 luglio alle ore 21.00, nell’ambito di Estate a Napoli 2022, ‘Processo ad una Strega’ testo, drammaturgia e regia di Annamaria Russo, spettacolo teatrale tratto dagli atti di un processo del Santo Tribunale dell’Inquisizione, ai danni di una donna sola, creduta una strega.

Presentato da Il Pozzo e il Pendolo con il patrocinio del Comune, l’allestimento, sottolineano gli organizzatori, “porta in scena uno dei momenti più bui della storia del ‘600, quando il timore e il pregiudizio si trasformavano in follia, condannando a morte, spesso immotivatamente, donne che avevano l’unica colpa di non rientrare nei canoni della società”.

A dar vita, in scena, all’allestimento saranno Marianita Carfora, Marco Palumbo, Bruno Minotti, Alessio Sica, Ramona Tripodi, Alfredo Mundo, Adriana D’Agostino, con l’ensemble strumentale e vocale Musica Reservata. Gli attori protagonisti di Processo ad una strega saranno affiancati da un diversi figuranti, Fabio Todisco, Fortuna Montariello, Debora Sacco, Michele Costantino, Riccardo Maio, Marco Opromolla, Giulia, Gianluca e Gaia Guglielmelli e gli allievi dei laboratori di teatro. A loro è affidato il compito di rappresentare, visivamente, si sottolinea, “la morsa tentacolare e implacabile della moltitudine che diventa branco, derogando alla coscienza individuale una storia ambientata nel seicento ma raggelante nella sua attualità”. Processo ad una strega, rilevano ancora gli autori, “è uno spettacolo dal forte impatto scenico ed emotivo, che si apre con la caccia a una strega, coinvolgendo gli spettatori.

Dopo la sua cattura ci saranno il processo, le deposizioni, la dolente arringa della ‘strega’ e il drammatico epilogo dell’esecuzione”. La protagonista della storia è Bianca, una donna sola, che si guadagna da vivere distillando le erbe e curando gli infermi con i rimedi naturali, appresi da sua nonna.

E’ giovane, è bella, e s’innamora di un uomo sposato. La libertà e l’amore le costeranno un’accusa che è già una condanna a morte. Basta una parola sussurrata all’orecchio giusto, basta una parola: strega, e per Bianca sarà la fine. “Quella di Bianca è la favola nera della diversità che diventa condanna, la storia del martirio per chi rifiuta di piegarsi alle chiese, alle paure, alle mode, agli schemi ideologici, ai principi assoluti. E’ la tragedia dell’individuo che non si adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa, e per questo muore ucciso da tutti” concludono i promotori dello spettacolo.