Scuola, si riparte. La data prevista dalla Campania è il 13 settembre, ma in molte inizieranno gia da domani

la Campania ha il più alto numero di iscritti agli asili. Licei, secondi soli alla Lombardia. Ma comunque in un anno persi 16mila alunni e 370 classi.

Nella settimana che inizia domani, 12 settembre, riapriranno le porte delle aule di tutte le scuole campane di ogni ordine e grado. Il 13 è la data di inizio del calendario scolastico scelta dalla Giunta Regionale campana, ma molte scuole partiranno già da lunedì guadagnando così la possibilità di chiudere prima del 10 giugno, il giorno scelto per la fine della scuola.

Sarà però una partenza a singhiozzi quella dell’anno scolastico 2002/2023 con la prima chiusura, prevista per le scuole che saranno seggio elettorale, per le elezioni del 25 settembre. Le vacanze natalizie saranno concentrate tra il 23 dicembre ed il 6 gennaio; per Pasqua la pausa prevista è dal giovedì 6 aprile al martedì 11, garantiti anche i ponti lunghi per la Festa della Liberazione che comprenderà anche il lunedì 24 aprile, e del Primo maggio che invece capita di domenica ma sarà festa a scuola anche il 2.

I numeri

Ad affrontare il nuovo anno scolastico, secondo i dati pubblicati dal ministero dell’Istruzione, saranno ben 818.712 alunni in tutta la regione, per un totale di 43.364 classi. Numeri che fanno registrare la perdita netta di quasi 16 mila alunni e di 370 classi. La Campania si conferma comunque la regione più giovane d’Italia ed infatti si piazza al primo posto a livello nazionale per numero di iscritti alla scuola dell’infanzia. Sono 107.705 i bambini coinvolti nei primi anni di scuola, un numero che doppia quello di regioni come Emilia-Romagna e Piemonte e che resta ampiamente maggiore rispetto anche a Lombardia e Lazio. Sono invece 232.062 gli iscritti alla scuola primaria, quella conosciuta come la scuola elementare; 171.451 gli studenti delle scuole secondarie di primo grado, le medie e 307.554 gli studenti delle superiori. Tra questi ultimi la maggior parte ha scelto i licei, ben 165.414 in tutta la Campania, un numero secondo in Italia solo a quello lombardo (187.320). I liceali rappresentano, dunque il 54% del totale degli studenti delle scuole superiori campane, una percentuale che supera di 3 punti la media nazionale (51%) e che mostra dunque come ci sia ancora fiducia in percorsi di studio che prevedono una continuazione universitaria. Agli istituti tecnici sono invece 84.909 i ragazzi iscritti per quest’anno, mentre ai professionali sono 57.231.

Senza mascherine

La vera novità che aspetta tutto il mondo delle scuola, rispetto ai due anni precedenti, sono le nuove norme per il contenimento del contagio da Covid, che quest’anno saranno molto più blande, facendo tornare gli alunni, i docenti e il personale scolastico ad una sorta di normalità, senza mascherine e con un distanziamento meno marcato che permetterà il ritorno del compagno di banco, sempre se i numeri del contagio resteranno quelli attuali. L’anno nuovo ripropone però i problemi ormai atavici della scuola campana che riguardano le strutture spesso fatiscenti e l’inadeguatezza dei servii offerti. La Campania infatti, come si legge anche nel rapporto «Alla ricerca del Tempo Perduto», redatto da Save the Children, resta tra le ultime regioni per il numero di scuole che hanno i locali adibiti a servizio refezione. Se infatti nelle regioni del Nord e del Centro si raggiunge anche l’80% di scuole dotate di questo servizio, nelle province di Napoli e Casertano si resta sotto il 6% e nelle altre Campane sotto il 10%. Stessa cosa si rileva anche per l’offerta del tempo pieno che nelle province campane viene applicato da meno del 20% delle scuole mentre nel Centro e nel Nord del Paese si supera la percentuale del 50%, con la concentrazione di questi servizi nei quartieri più marginalizzati e con condizioni sociali ed economiche più complesse. Per quanto riguarda invece le scuole dotate di palestra la Campania ha una percentuale che si aggira intorno al 50%, in linea con la media nazionale, ma lontana dalle eccellenze come la Puglia che supera il 70%.

Dispersione scolastica

La nostra regione si conferma come quella con la percentuale più alta di dispersione scolastica che fa segnare un preoccupante 19,8%, superando per più di 7 punti la media nazionale (12%) e di 9 punti quella europea (9%). A Napoli il fenomeno raggiunge picchi del 50% in alcuni quartieri della città, quelli dove si ritrova una congiuntura tra difficoltà economiche e sociali e strutture scolastiche fatiscenti. I dati raccolti dal comune fanno contare più di 2.300 alunni segnalati ai servizi sociali e 600 bocciati a causa delle troppe assenze alla fine dell’anno scolastico 2020/21, con una crescita, in un solo triennio, dell’abbandono scolastico alle elementari del 180% e alle medie del 30%. I numeri di bambini segnalati per assenze ingiustificate e prolungate ai servizi sociali in alcune municipalità dovrebbero far suonare un campanello d’allarme a livello nazionale. Nell’ottava (Piscinola, Chiaiano e Scampia) sono, infatti, stati segnalati 545 bambini, nella sesta (Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli) 361, nella seconda ((Avvocata, Mercato e Pendino) 331 e nella settima (Miano, Secondigliano e San Pietro a Patierno) 318.