Torino: più di quattro anni di attesa per le operazioni ginecologiche

 

Il consigliere comunale di Torino e ginecologo, Silvio Viale, ha fatto con un’interpellanza in cui ha chiesto ai nosocomi della città il numero delle donne in lista d’attesa e la capacità delle sale operatorie di esaudire la richiesta.

Oltre quattro anni e mezzo di attesa per un intervento di chirurgia ginecologica al Sant’Anna, è quanto emerso dai calcoli.

“Un sistema dignitoso dovrebbe prevedere un’attesa di sei mesi, massimo un anno. Mi aspetto che vengano studiate delle strategie per affrontare una situazione insostenibile” ha tuonato Viale.

Come riportato da La Repubblica, dal calcolo sono escluse le urgenze e gli interventi oncologici, che seguono altri criteri di attesa. Il risultato è che al Sant’Anna ci sono 2971 donne che hanno necessità per esempio di trattare prolassi o rimuovere polipi e cisti ovariche, ma la capacità dell’ospedale di corso Spezia è di 650 ricoveri all’anno, così che sono necessari più di 4 anni e mezzo per smaltire le pazienti in coda.

Molto meno si attende al Mauriziano, dove tuttavia l’attività ginecologica è molto ridotta: 245 donne sono in attesa di un’operazione e saranno operate nell’arco di due anni visto che le sale operatorie consentono 120 interventi all’anno.

Negli ospedali dell’Asl Città di Torino l’attesa è invece di poco più di un anno visto che sono 410 gli interventi di chirurgia ginecologica che possono essere messi in calendario a fronte di 470 donne in lista ( 248 al Martini, 157 al Maria Vittoria e 65 al Giovanni Bosco).

E, secondo l’analisi del consigliere radicale, non sarebbe proficuo unificare le liste di attesa, perché si arriverebbe a un bacino di 3.686 pazienti per una potenzialità di 1.240 interventi all’anno, spalmando i tempi di attesa per tutte le donne a tre anni.

“Per capire l’entità di un problema occorre partire dai numeri. Nel mio ruolo di consigliere comunale ho potuto chiedere i dati all’assessore Jacopo Rosatelli per quel che riguarda la città di Torino ma sarebbe interessante che un lavoro simile venisse fatto anche per l’area metropolitana e la regione. Anche perché di fronte a una fotografia così sconfortante, è naturale che molte donne non attendano anni per un intervento, per quanto non urgente, e si rivolgano invece ad altri ospedali più lontani o al privato. Non solo: di fronte a liste chilometriche spesso gli specialisti rinunciano a tecniche più raffinate di intervento, ma più lunghe, a favore di raschiamenti o altri interventi più rapidi” ha spiegato il ginecologo.

Secondo Viale, quando si parla di liste d’attesa il più delle volte si pensa alle visite ambulatoriali, ma i dati raccolti dagli ospedali torinesi mostrano una fotografia allarmante della chirurgia. Se alle pazienti ginecologiche si sommano tutti gli altri interventi, si arriva a più di 30 mila pazienti in lista, tra cui per esempio si evidenziano 4.327 cataratte in attesa alla Città della Salute o i 1.081 interventi pediatrici al Regina Margherita.