Negato lo SPID a un malato di SLA costretto a letto: “Deve venire lui”.

di Saveria Russo –

Ancona: negato lo Spid ad un malato di SLA.

Antonio Brocani è attaccato ad un respiratore da 10 anni, la moglie ha la procura per firmare tutti gli atti “Abbiamo incontrato un muro, il mio ruolo non sostituisce l’identificazione di Antonio che però non può muoversi”.

Ex-chef, è per merito della moglie Maila Pigliapoco, che lo assiste e accudisce ogni giorno, che Antonio riesce a continuare non solo a vivere, ma proprio ad esistere. Grazie alla donna Antonio, infatti, vive e stringe i denti per lottare per il proprio futuro che però, secondo lo Stato, non varrebbe quanto quello di un qualsiasi altro cittadino.

La vicenda.

Secondo quanto riferito in una intervista rilasciata dalla moglie, sembra quasi impossibile attivare l’identità digitale per conto di Brocani che, invece, dovrebbe recarsi di presenza per il riconoscimento che gli darebbe lo Spid.

Non è possibile che un malato in queste condizioni, allettato e tracheotomizzato, non possa ottenere lo Spid, strumento oggi indispensabile per poter accedere a una serie di servizi on line della pubblica amministrazione e dei privati aderenti. Per tutti è semplice attivarlo, ci si reca alle Poste o in una cartoleria o negozio che effettua il servizio ma per Antonio no, non è proprio possibile” ha raccontato Maila Pigliapoco. La donna ha raccontato la storia paradossale vissuta: “Non mi danno la possibilità di utilizzare la procura in quanto la stessa, sostengono, non può sostituire l’identificazione del soggetto che ovviamente essendo immobile e attaccato ad un respiratore non può raggiungere l’ufficio postale o la cartoleria e firmare o parlare”.

Aggiunge ancora “È paradossale che nel 2022 poter accedere a portali pubblici resti un privilegio solo per chi gode di buona salute. Trovo davvero illogico obbligare la singola persona ad attivare lo Spid e poi negargliene il diritto in quanto impossibilitato a parlare perché ha un “tubo in gola e firmare perché “paralizzato”.