Istat: dipendenti pubblici aumentano del 2,5%

Tra il 2011 e il 2020 i dipendenti pubblici, escluse le Forze di Polizia e armate e gli occupati all’estero, aumentano del 2,5% (oltre quota 2,9 milioni) in conseguenza del notevole incremento dei contratti a tempo determinato (+58,9%, +145 mila unità), a fronte di un calo del 2,8% a tempo indeterminato (-73 mila). Lo indica l’Istat nel censimento sulle istituzioni pubbliche, sottolineando che “le politiche di contenimento della spesa pubblica e di limitazione del turnover dei dipendenti, che hanno caratterizzato quasi per intero l’ultimo decennio, hanno determinato modifiche al livello e alla composizione dell’occupazione“.

Aumento del 2,5% per i dipendenti pubblici

Al 31 dicembre 2020 risultano attive in Italia 12.780 istituzioni pubbliche, presso le quali prestano servizio 3.601.709 unità di personale, di cui 3.396.289 dipendenti (il 94,3%) e più di 205 mila occupati con altre forme contrattuali (collaboratori coordinati e continuativi o a progetto, altri atipici e temporanei).

Lo si legge in un report dell’Istat nel quale si sottolinea che il 56,1% dei dipendenti si concentra nell’amministrazione centrale, che comprende, tra gli altri, il personale delle scuole statali e delle forze armate e di polizia. Il 20,1% dei dipendenti pubblici è occupato nelle Aziende o Enti del servizio sanitario nazionale, il 10,2% nei Comuni (6 istituzioni pubbliche su 10). Il restante 13,6% è occupato nelle altre tipologie di forme giuridiche. Guardando al tipo di contratto, il personale in servizio si articola in 2.974.360 dipendenti a tempo indeterminato (l’82,6% del personale occupato nelle istituzioni pubbliche), 421.929 dipendenti a tempo determinato (l’11,7%) e 205.420 non dipendenti (il 5,7%).

Le donne impiegate nelle istituzioni pubbliche

Le donne occupate nella pubblica amministrazione superano i 2 milioni (2,1 milioni) e rappresentano la componente maggioritaria, con una quota pari al 58,5% del personale in servizio (3,6 milioni il totale del personale in servizio). È quanto emerge dal report dell’Istat sul Censimento permanente delle istituzioni pubbliche 2020. La più elevata presenza di donne si conferma negli enti del Sistema Sanitario Nazionale (Ssn) con il 67,6%, il valore più basso nelle Università Pubbliche (49,6%) e nelle Regioni (51%). Analizzando il tipo di contratto, la quota maggiore di tempi determinati si riscontra tra le donne (13,6% contro 9,1%).