Avvistato il Coccodrillo del Maschio Angioino: nuota tra le acque antistanti la rotonda Diaz

Nuota tranquillamente tra le acque antistanti la rotonda Diaz tra le barche dei pescatori che sembrano non curarsi del gigantesco rettile e continuando a svolgere le loro mansioni.

Secondo il comitato pescatori di Napoli si tratterebbe di un “Coccodrillo meccanico”, una specie di robot utilizzato per le riprese video di una nota trasmissione TV. Nell’acqua, accanto al coccodrillo, anche uno dei tecnici, che monitorava da vicino il funzionamento del macchinario. A segnalare la vicenda è Carmine Meloro, del comitato pescatori di Napoli: “Si tratterebbe di una nota trasmissione televisiva. Abbiamo appreso che c’erano anche altri operatori e tecnici che osservavano i movimenti del coccodrillo, tra la curiosità di tante persone che hanno assistito alla scena sul Lungomare di via Caracciolo”.

Il video girato lo scorso 27 gennaio ha fatto il giro del web, risvegliando le curiosita’ degli appasionati della leggenda del famigerato coccodrillo del Maschio Angioino che, si dice, si trovasse nelle segrete del Castel Nuovo, conosciuto anche come Maschio Angioino, e che era solito nutrirsi dei prigionieri che venivano condotti in questi sotterranei. La cosa certa è che, sull’arco di trionfo all’esterno del Castello, per secoli, si è trovato appeso questo animale impagliato, ma nessuno conosceva con certezza quale fosse la sua origine, per cui i racconti leggendari si sono moltiplicati nel tempo. 

Gli studi su DNA che confermano l’esistenza del coccodrillo

Il dente del coccodrillo del Maschio AngioinoLa prova definitiva su tutta la vicenda è stata data dallo studio del DNA del coccodrillo che attualmente si trova nei depositi del Museo di San Martino. Giace lì da circa 150 anni e finalmente adesso gli si può dare un’identità più precisa. Gli studi sono iniziati nel 2018, quando la carcassa fu trovata in pessimo stato di conservazione e poi restaurata dall’Accademia di Belle Arti di Napoli sotto la guida di Annamaria Nocera e Giovanna Cassese. Considerato che si tratta di un DNA molto antico, è stato necessario prelevarne una parte, quello mitocondriale, dalla radice di un dente.