Venne ucciso per un ammanco da 100 milioni di lire

Venne ucciso, nel 2002, per un ammanco da 100 milioni di lire, soldi che il clan Mazzarella gli aveva affidato e che lui doveva custodire in casa ma che proprio da quel presunto luogo sicuro erano spariti.

Nuove accuse per il clan Mazzarella

Emerge anche questo dall’ordinanza con la quale sono state notificate nuove accuse ai boss Michele Mazzarella, 45enne, figlio di Vincenzo Mazzarella, 74 anni, e a Salvatore Barile, 38 anni. Si tratta dei due mandanti dell’omicidio, Vincenzo anche organizzatore, e di uno dei tre killer di Salvatore Lausi, referente del clan, ucciso in un agguato al rione Sanità, il 6 ottobre 2002. L’ordinanza, per i fatti che riporta e i colpi di scena che riserva, sembra la sceneggiatore di un film sulla camorra. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Napoli, coordinati dalla DDA, hanno scoperto che uno dei killer, Ciro Giovanni Spirito, morto suicida in carcere, con i soldi presi per quell’omicidio comprò una Honda Transalp, moto in voga all’epoca.

“Boss in gonnella”

Facendo luce sul cold case emerge anche un identikit più preciso di Marianna Giuliano, figlia dello storico boss di Forcella Luigi, moglie di Michele Mazzarella, considerato uno degli elementi apicali dell’omonimo clan. Marianna viene definita un vero e proprio “boss in gonnella” da un “pentito”, capace di prendere decisioni infischiandosene del reggente ma portanto sempre massimo rispetto al marito, per il quale faceva l’ufficiale di collegamento. L’omicidio, che i vertici dei Mazzarella volevano tenere segreto, stava per innescare addirittura una guerra con i rivali di sempre, l’Allenza di Secondigliano. Gli alleati dei Mazzarella, i Misso, li ritenevano responsabili di quell’assassinio e volevano restituire l’affronto subìto peraltro nella loro zona, laddove l’Alleanza non ci doveva stare.