Il Governo georgiano ritira la legge stile Putin.

Il partito al governo della Georgia ha dichiarato che ritirerà il disegno di legge sugli “agenti stranieri” dopo che la feroce opposizione è culminata in due notti di violente proteste e critiche secondo cui il progetto di legge limiterebbe la libertà di stampa e vanificherebbe gli sforzi del paese per diventare un candidato all’adesione all’UE.


di Gianluca Gautieri – La Georgia è reduce dalla “guerra dei cinque giorni”, il conflitto russo-georgiano che ha avuto luogo nell’agosto del 2008, al termine del quale le regioni separatiste dell’Ossezia del Sud e l’Abcasia furono annesse alla Federazione Russa. Da allora, il popolo georgiano presenta una forte tendenza all’ostilità nei confronti della Russia, accompagnata ad una ricercata vicinanza all’Unione Europea. È proprio questo background che giustifica il putiferio scatenato dalla proposta di legge sugli “agenti stranieri” del governo. Il provvedimento ricorda molto chiaramente una legge analoga entrata in vigore nel 2012 in Russia.


Essa impone alle organizzazioni che ricevono finanziamenti dall’estero di specificare questa caratteristica, con ingenti sanzioni destinate ai trasgressori. Il problema scaturisce dal momento che la Russia usa il termine “agenti stranieri” comprendendo anche Ong, testate giornalistiche, blog e normali utenti di social network che ricevono finanziamenti internazionali o riportano notizie straniere. La legge ha creato una specie di lista di proscrizione in cui le autorità russe possono inserire, a propria discrezione, tutte le organizzazioni che reputano politicamente pericolose per il regime. Dalla sua entrata in vigore, è stata poi ampliata e rafforzata nel corso degli anni, arrivando anche a prevedere il carcere per le persone accusate di essere agenti stranieri. Il provvedimento viola dunque i diritti umani in quanto strumento di repressione.

La possibilità di introdurre questa legge anche in Georgia ha comportato un forte malcontento nella società civile. Anche il presidente del consiglio Ue Charles Michel ha condannato il provvedimento asserendo che l’adozione della legge “non è compatibile con il percorso dell’Ue auspicato dalla maggioranza dei georgiani”.

Le manifestazioni, intrise di europeismo ed antiputinismo, sono state molto sentite e partecipate, ma non è mancata la risposta del governo. La polizia georgiana ha utilizzato i cannoni ad acqua per cercare di disperdere i numerosi manifestanti riuniti vicino al Parlamento a Tbilisi. Drammatiche sono le immagini di una donna che durante gli scontri avvenuti la scorsa notte sventola una bandiera dell’Unione Europea resistendo agli idranti della polizia.


A seguito di due giorni di scontri, il Parlamento della Georgia ha revocato la controversa legge. “Da partito responsabile di governo abbiamo preso la decisione di ritirare senza condizioni la proposta di legge che avevamo sostenuto”, ha detto il partito Sogno Georgiano, che detiene la maggioranza assoluta in Parlamento.