Diana, morta a 18 mesi: parla la zia della bambina

I fatti risarebbero all’anno scorso, più precisamente il 20 luglio del 2022, quando gli agenti, in seguito a una segnalazione, si sono precipitati presso il domicilio di Alessia Pifferi, trovando la bambina morta. Alessia è accusata di omicidio volontario aggravato per aver lasciato morire di stenti la piccola Diana di 18 mesi. In aula, la donna stringeva in mano un rosario. Ascoltato anche il poliziotto che per primo, ha visto la bambina. Quest’ultimo ha dichiarato: “La bambina era sdraiata supina in una sorta di culla da campeggio. Appena arrivati ci siamo accorti subito che la bimba era morta perché aveva le mani e la bocca nere. E non respirava. La mamma della bambina era sul divano seduta in stato di agitazione. Ha raccontato i motivi del decesso. Ha detto di averla lasciata sola per una settimana e quando era rientrata a casa aveva appoggiato la valigia nell’ingresso e l’aveva trovata così, immobile e non aveva avuto il coraggio di toccarla”. 

Ascoltata in aula, di fronte alla corte di Assise, anche Viviana Pifferi, la sorella di Alessia che ha dichiarato:  “Mia sorella mi ha scritto una lettera per incolpare me e mia mamma della morte di Diana. Dice che l’abbiamo abbandonata, che di fronte alle difficoltà l’abbiamo lasciata sola, ma non è così: mia mamma l’ha sempre aiutata anche economicamente e l’abbiamo aiutata anche quando ha partorito. Diana è nata in casa, era prematura, pesava un chilo e mezzo scarso. È stata per molto tempo ricoverata in ospedale. E chi è stata in ospedale è sempre stata mia mamma”.