Politica: al vertice del G7 si è deciso l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, ma alla fine della guerra

 

Magari non sarà proprio “storico” come va ripetendo il segretario generale Jens Stoltenberg, ma il summit di Vilnius della Nato si chiude con diversi risultati concreti, soprattutto per l’Ucraina. Tutto bene dunque per quanto, indubbiamente, una parte dei leader si è dimostrata infastidita, privatamente e a volte persino pubblicamente, per l’uscita sopra le righe del presidente ucraino su Twitter e quell’accusa alla mancanza di un chiaro calendario per l’ingresso nell’Alleanza. Stoltenberg, dopo l’inaugurazione del Consiglio Nato-Ucraina, ha notato come Kiev, non sia mai stata più vicina di così, al Patto Atlantico e che gli alleati la sosterranno sia nel vincere la guerra, sia nell’attuare le riforme. Il ministro della Difesa britannico Ben Wallace non si è trattenuto e, seppur bonariamente, ha incoraggiato gli ucraini a mostrare un po’ di “gratitudine” verso le opinioni pubbliche occidentali e non considerarle solo alla stregua di un “magazzino Amazon” da dove partono le consegne dei pacchi pieni di armi. “Tutti gli alleati concordano che l’Ucraina sarà un giorno nella Nato” . In effetti il documento del G7 è sostanzioso. I leader si impegnano a garantire una “fornitura continua di equipaggiamento militare moderno”, che comprenderà navi, jet, difesa missilistica, artiglieria e armi “a lungo raggio” attraverso “impegni e accordi di sicurezza bilaterali allineati a questo quadro multilaterale, in conformità con i nostri rispettivi requisiti legali e costituzionali”. Quindi si attende come detto la fine del conflitto in Ucraina per far si che la stessa entri a far parte della Nato.