Nel mese di aprile del 2022, un bidello di una scuola romana palpeggiò una studentessa di 17 anni, che denunciò subito l’accaduto. A oggi, i giudici non hanno considerato quell’episodio una violenza sessuale, dal momento che il palpeggiamento durò “solo” tra i 5 e i 10 secondi, quindi non abbastanza lungo da condannarlo.
Il web esplode indignato, sul fatto interviene anche l’attore Paolo Camilli, con un video in cui ha simulato una palpata breve di 10 secondi sul suo corpo con la scritta “Ma lo Stato non dovrebbe proteggere? #10secondi” lanciando un nuovo trend “Ma voi lo sapete quanti sono 10 secondi?” che è diventato subito virale. Poi l’attore si scaglia contro la decisione dei giudici: “Se non è una molestia questa, boh. Ma soprattutto chi li conta? Ci sta Dobby l’elfo col cronometro ogni volta?”.
Anche l’attivista Francesco Cicconetti ha ironizzato sulla sentenza dei giudici, cronometrando un tempo di 10 secondi, e tanti altri utenti su Instagram e TikTok hanno mimato il gesto per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla vicenda che, secondo molti, scoraggia le vittime di violenza e invece lascia i molestatori liberi di agire.
Le motivazioni dei giudici
I giudici hanno motivato la sentenza che ha fatto molto discutere spiegando che hanno deciso di scagionare il bidello dal momento che “la repentinità dell’azione, senza alcuna insistenza nel toccamento” non consente di “configurare l’intento libidinoso o di concupiscenza generalmente richiesto dalla norma penale”.
Pur ammettendo la manovra “maldestra ma priva di concupiscenza”, i giudici del Tribunale Penale di Roma hanno di fatto ritenuto la palpatina “troppo breve per” essere considerata come violenza sessuale.
Naturalmente, a subire ed essere più delusa e frustrata è la ragazza molestata: “Per i giudici c’è stato un intento scherzoso? Il bidello mi ha preso alle spalle senza dire nulla. Poi mi ha infilato le mani nei pantaloni e sotto gli slip. Mi ha palpeggiato il sedere. Poi mi ha tirato su tanto da farmi male alle parti intime. Questo, almeno per me, non è uno scherzo. Dopo questa decisione, se una ragazza viene palpeggiata, finirà per pensare che non vale la pena denunciare una violenza. Nel mio caso la denuncia l’ha presentata la scuola, che mi ha sostenuta. Le denunce vanno fatte per avere giustizia. Il silenzio, in generale, protegge gli aggressori”. Spera comunque che la Procura faccia appello, altrimenti lei si sentirebbe tradita due volte.