Grafica accattivante e videogame

Quando si parla della grafica di un videogioco, normalmente lo si fa per elogiarne la qualità in termini di realismo: nel corso della sua evoluzione, il videogioco ha infatti sfruttato i progressi hardware per migliorare costantemente la propria resa visiva, rincorrendo una perfezione sempre più fotografica che, al giorno d’oggi, in alcuni casi si avvicina in maniera sorprendente a un vero e proprio filmato. Se le maggiori produzioni ancora oggi compiono ingenti investimenti dal punto di vista del realismo visivo, punto di forza di titoli come Red Dead Redemption 2 o Death Stranding, non bisogna dimenticare che, nel corso del tempo, lo standard di realismo ha seguito i progressi tecnologici: negli anni ’90, per esempio, il livello di grafica tridimensionale di Tomb Raider veniva elogiato come il massimo esempio di realismo.

Il realismo è quindi sempre stato un elemento fondamentale per rendere una grafica accattivante; ma, proprio per le evoluzioni che ha conosciuto, non è mai stato l’unico. Innumerevoli videogiochi, oggi come in passato, hanno scelto differenti soluzioni per rendere accattivanti le loro grafiche: diversi stili, diversi motivi e diversi esiti che contribuiscono a creare profondità in un mondo tanto sfaccettato come quello del videogioco.

Basti del resto pensare alla pixel art, ossia quelle rese visive basate su pixel di grandi dimensioni. Ancora oggi sono molto utilizzate, e parrebbe un controsenso: in origine, infatti, la pixel art non era una scelta stilistica ma una necessità. Ricordando un qualsiasi gioco ormai datato, dai vecchi Super Mario ai Metal Slug, si nota subito come l’aspetto grafico fosse piuttosto abbozzato: derivava proprio dalla qualità dei pixel, pochi in numero e grandi in dimensioni, capaci di creare solo immagini approssimative. Con il miglioramento delle tecnologie, più pixel sempre più piccoli sono stati in grado di comporre immagini sempre più definite: ciononostante, molti titoli sono rimasti affezionati alla resa “pixelosa” del loro stile visivo. Si tratta di un evidente richiamo nostalgico al passato del videogioco, in grado di dare un tono ben riconoscibile al titolo sviluppato.

Diverso il caso delle grafiche eye-catching, termine che non a caso è l’equivalente inglese dell’aggettivo “accattivante”. Si tratta di comparti visivi che fanno largo ricorso a soluzioni piacevoli allo sguardo: colori pastello, effetti luminosi, evitare forme spigolose e così via. Il fine, in questo caso, è quello di arricchire un gameplay altrimenti estremamente semplice, tipico per esempio dei giochi casual. Emblematico quindi il caso di alcune slot machine, protagoniste nell’offerta di piattaforme specializzate nel settore, che scelgono di utilizzare proprio simboli che colpiscono per forme e colori accesi. Le slot machine infatti contano soprattutto sui simboli per differenziarsi: scegliere di utilizzare simboli in grado di colpire il giocatore è spesso il modo migliore per avvantaggiare una slot rispetto a un’altra. Significativo anche il caso di molti giochi mobili, come Candy Crush o Fruit Ninja: al di là delle piccole particolarità specifiche, si tratta comunque di titoli accomunati dal largo ricorso a frutti e caramelle dai colori gradevoli, in grado quindi di appagare lo sguardo del videogiocatore integrando un gameplay estremamente lineare.

A proposito di grafica gradevole, va poi ricordato il cel shading, un particolare tipo di resa visiva che deve il suo nome alla specifica tecnica di visualizzazione: in inglese il sostantivo “cel” indica infatti il foglio trasparente sul quale viene disegnato un singolo fotogramma di un’animazione bidimensionale, mentre “shading” si riferisce al procedimento di ombreggiatura. Il nome dello stile grafico deriva dal fatto che, esattamente come l’animazione tradizionale in 2D, anche il cel shading vuole proporre uno stile visivo ispirato al disegno. Utilizzando un limitato range di colori e dei marcati bordi neri, la grafica cel shading viene impiegata proprio perché il videogioco ricordi visivamente un fumetto o un’opera di animazione, richiamando dunque stili che riscuotono costante successo negli eventi dedicati.

Infine, impossibile non citare la grafica isometrica: si tratta di una particolare inquadratura della scena di gioco, con una visuale sistemata in alto e alle spalle del personaggio, in maniera da avere sullo schermo un’ampia porzione di spazio. Questo, soprattutto in passato, permetteva di creare titoli caratterizzati da un elevato grado di dettaglio senza però le necessità connesse al realismo: per esempio, favorendo l’utilizzo di elementi grafici in bassa definizione. Ancora oggi si tratta di una soluzione tecnica molto usata, soprattutto nel caso di quei generi che l’hanno portata alle sue massime espressioni come lo strategico e il tattico in tempo reale.