Nella prigione di Avellino, la carenza d’acqua all’interno delle celle ha scatenato un violento scontro tra circa trenta detenuti ieri. Tre detenuti di origine napoletana sono rimasti gravemente feriti e sono stati trasferiti all’ospedale Moscati. In particolare, uno di loro ha subito l’amputazione parziale del naso, mentre gli altri hanno riportato fratture alle costole e lesioni alla milza. Durante la rissa, un agente penitenziario è stato anch’esso portato al pronto soccorso a causa di un malore, intervenendo per sedare gli scontri.
La protesta dei sindacati degli agenti è scaturita dal fatto che, al momento dell’incidente, soltanto cinque agenti erano presenti nell’intero istituto, incaricati di sorvegliare ben 520 detenuti. Nella Sezione Penale, teatro delle violenze, erano in servizio solamente due poliziotti penitenziari.
La tensione in prigione era palpabile già da qualche giorno. Recentemente, circa cinquanta detenuti del reparto ad Alta Sicurezza avevano protestato per la mancanza di approvvigionamento idrico, lasciando le loro celle e recandosi ai cancelli per chiedere spiegazioni. Gli scontri si sono poi verificati nel pomeriggio di ieri tra i reclusi della Sezione Penale. La rissa sembrerebbe essere stata innescata da lotte di potere interne al carcere. Gli agenti hanno cercato disperatamente di riportare la calma, supportati anche dai colleghi del Nucleo Traduzioni.
La Procura della Repubblica di Avellino è stata informata degli eventi. La situazione è stata ulteriormente complicata dalla grave carenza di personale, che ha reso la situazione ingestibile. L’emergenza si trascina ormai da diversi giorni, durante i quali si sono verificati black out elettrici che hanno interrotto l’approvvigionamento idrico. I detenuti sono rimasti senza acqua, persino mentre erano sotto la doccia. I disagi sono cresciuti progressivamente, alimentando il malcontento tra i reclusi fino a sfociare nella protesta.