Piano piano, il concetto di Metaverso è entrato nelle nostre vite. Lo ha fatto in maniera silenziosa, quasi inosservato, ritagliandosi un suo spazio, una sua scena. E attraendo sempre più interessati, più appassionati, più utenti, più investitori.
Ecco, la parola chiave è soprattutto quest’ultima. Perché il Metaverso sarà un concetto importante soprattutto in ambito economico, tra nuovi lavori che si creano e nuove opportunità per le aziende, nuove frontiere di business e nuove forme di pagamento. Proviamo allora a rispondere a una domanda: quanto vale, oggi, il Metaverso?
Le stime del passato: 3 trilioni entro 10 anni
Per provare a capire di che cifre stiamo parlando prendiamo in considerazione due stime contenute in questo articolo. La prima è quella di Analysis Group, che nel report “The Potential Global Economic Impact of the Metaverse” parlava di un valore di 3 trilioni di dollari entro il 2032. La stessa cifra è stata citata più volte da Nick Clegg, President of Global Affairs di Meta, ed è stata invece smontata da una ricerca più recente condotta da McKinsey, che parlava di un valore di oltre 5 trilioni già a partire dal 2030.
Un’altra stima, più recente e più a corto raggio è quella della Boston Consulting Group che fissa il prezzo tra i 250 e i 400 miliardi di dollari entro il 2025. Numeri da capogiro lo stesso.
Il valore di oggi, tra intrattenimento e nuovi business
Il merito dell’indagine della BCG è quello di fotografare il valore attuale del Metaverso, che rappresenta un vero e proprio mercato. È qui infatti che ha deciso di investire il gaming, come tutti gli altri settori dell’intrattenimento e del web. E a proposito di investimenti, Microsoft ha pronto un progetto da oltre 70 miliardi di dollari nella progressiva diffusione del Metaverso. Una diffusione che si concentra su tre grandi elementi: gli asset virtuali, il mercato di hardware e software per la realtà aumentata e virtuale, l’infrastruttura di rete e cloud.
“La convergenza tra elementi che compongono il Metaverso è destinata a continuare. Sicuramente all’interno delle singole progettualità, probabilmente anche oltre, verso una visione compiuta a cui manca però un pezzo decisivo: l’interoperabilità tra i mondi talmente ampia da renderli un continuo”, ha spiegato Antonio Faraldi, Managing Director e Partner di BCG in questa intervista a La Stampa.
Un successo e una conquista che è destinata a continuare e ad espandersi, così come il suo valore. E vedremo, tra una decina di anni, chi aveva realmente ragione sulle stime del futuro.