“ L’indagine per impeachment negli Usa tra storia processuale ed intrigo politico – mediatico “

  • Articolo scritto da Biagio Fusco

Negli USA infuria lo scontro politico che vede contrapposti il fronte democratico e quello repubblicano in una aspra polemica che ruota tutta intorno all’iniziativa di avvio di un’inchiesta finalizzata ad un procedimento di messa in stato d’accusa del Presidente Joe Biden, allo scopo di destituirlo dalla carica poichè ritenuto gravemente colpevole di azioni illecite commesse nell’esercizio delle proprie funzioni. Si sospetta, infatti, di una presunta complicità dell’attuale Inquilino della Casa Bianca, quando ricopriva la carica di vice – presidente, in affari poco chiari che avrebbero interessato all’estero il figlio Robert Hunter Biden. I maggioritari tra i leader democratici puntano il dito contro i rivali omologhi del partito dell’Elefantino, i quali spesso ricorrono a questo tipo di strumento proiettato al semplice condizionamento politico, sfuggendo così al banco di prova del voto in aula, ma soprattutto senza aver a sostegno alcun riscontro. Nell’occhio del ciclone finisce lo speaker della Camera Kevin McCarthy, messo sotto pressione dall’area più integralista del suo partito. Nella disputa interviene il Governatore dello più grande ed importante stato d’America, la California, giungendo ad una deduzione scontata, tutt’altro che complicata, ovvero che dietro questa vicenda a stelle e strisce che attira l’attenzione del mondo intero sulle dinamiche della politica a Capitol Hill si muove la regia pesante del tycoon, Donald Trump, un politico indomabile che è riuscito a costruire una leadership incontrastata all’interno dei Repubblicani, anche con l’ausilio di una rete di deputati chiave quali la capogruppo alla Camera Elise Stefanik e Marjorie Taylor Greene, convinti sapientemente a spostare il loro peso sulle sue posizioni, che tirano dritto alla riconquista della presidenza statunitense.

Biden, dal canto suo, ha scelto saggiamente di non commentare la cosa, tenendosi per il momento fuori dal merito della questione anche per evitare di incappare in qualche passo falso che possa pregiudicare la propria credibilità e la prospettiva di una rielezione nella quale confida fermamente sotto la spinta dei suoi fedelissimi. Perciò, meglio concentrare l’impegno istituzionale negli affari interni della nazione e lasciare il seguito alle mosse strategiche del suo staff. Karine Jean – Pierre, la portavoce del Presidente, vuole allontanare il rischio minaccioso dello shutdown di fine mese e per questo motivo si è rivolta ai repubblicani con un invito che nei toni assomiglia molto di più ad una minaccia, visto che li sfida a viso aperto rispetto al mantenimento della promessa di non far mancare il proprio appoggio per finanziare il governo. La Casa Bianca tenta però una manovra aggirante, alquanto fuori dal consueto modo di agire, e lo fa con una epistola indirizzata ai responsabili dei principali network americani come Cnn, New York Times, Fox News, Ap, Cbs affinchè si adoperino nell’esercizio di un rigoroso controllo rispetto all’attività politica dei repubblicani alla Camera, i quali con cinico opportunismo cercano di cavalcare l’onda mediatica elevata dalla indagine in corso per l’impeachment su Biden.

La White House chiede alla stampa interna un serio fact – checking. . ” Biden non ha commesso nulla di male. Lo hanno detto gli investigatori e persino qualche repubblicano “, tuona la portavoce del Presidente, mentre i corsivi della lettera firmata da Ian Sams, a capo dell’ufficio legale della Casa Bianca, raccontano di una accorata richiesta rivolta agli organi della comunicazione pubblica, con davanti un obiettivo di garanzia, che è quello di assicurare al popolo americano un’informazione libera ma che rispetti lucidamente la verità dei fatti e che non sia vittima di una falsa equivalenza nei resoconti. Sul tema ricorda Sams che: ” Coprire l’impeachment come una storia processuale è un disservizio per il pubblico americano che fa affidamento sulla stampa indipendente per chiedere conto a coloro che detengono il potere delle loro responsabilità…E nel moderno ambiente mediatico, dove ogni giorno bugiardi e imbonitori diffondono disinformazione e menzogne ovunque…trattare storie che non riescono a svelare l’illegittimità delle affermazioni su cui i repubblicani della Camera basano tutte le loro azioni serve solo a generare confusione, creare false premesse nelle notizie e oscurare la verità “.

Se dunque scendono in campo tutti gli attori più importanti della politica degli USA, di certo non poteva mancare l’intervento dello staff elettorale di Biden che attacca duramente lo speaker McCarthy, In particolare, gli si chiede come mai non abbia messo al voto alla Camera dei Rappresentanti la decisione sull’ impeachment, come promesso, considerando che con la presidenza di Trump si rese necessario il parere dell’ufficio legale del ministero della Giustizia per autorizzare espressamente l’indagine. Ma il fronte elettorale non è proprio indulgente con Biden, se si tiene conto che la crescita dei tassi inflattivi e più di qualche remora sulla sua età avanzata rappresentano ragioni che lo spingono fortemente verso un passo di lato, e se poi gli endorsement non arrivano nemmeno dalla stampa amica come il Washington Post allora c’è davvero da preoccuparsi.