Ponticelli: Cedevano le case alla camorra per rispetto

Le case popolari di Ponticelli, Napoli Est, venivano gestite dalla camorra, a partire dalla compravendita fino agli sfratti. Ciò avveniva grazie anche al fatto che le abitazioni venivano “cedute” al clan dagli stessi figli di genitori anziani che, dopo il decesso di questi, consegnavano le chiavi “per rispetto”. A raccontare la vicenda è Tommaso Schisa, figlio della “pazzignana” Luisa De Stefano, anche lui in passato ai vertici del clan legato ai Minichini e ai De Luca Bossa e parte del cartello che gestiva gli illeciti nell’area orientale di Napoli. Schisa ha saputo indicare con precisione nomi, organizzazione e dinamiche del gruppo De Luca Bossa – Casella – Minichini – Rinaldi – Reale. Questa mattina in seguito a blitz sono stati effettuati 31 arresti eseguiti da Polizia di Stato e Carabinieri. Le dichiarazioni del collaboratore sono agli atti nell’ordinanza.

Nel dettaglio, sono stati disposti gli arresti domiciliari per 8 indagati (tra cui una donna deceduta per cause naturali l’anno scorso), per altri 24 è stato invece deciso il carcere; dei 31 destinatari, 18 erano già detenuti e 13 liberi.

Schisa spiega che a gestire le case popolari sarebbe stata Gabriella Onesto, compagna del ras Michele Minichini detto “Tiger” o “Tigre” (entrambi tra i destinatari e già detenuti). La donna, secondo il pentito, “spesso individua le case e, o le libera con la forza, oppure le vende a terzi”.  In questo sistema di gestione sarebbe incappata anche l’ex fidanzata di Alessio Bossis, intraneo al clan, ucciso a 22 anni in un agguato a Volla nell’ottobre 2022: la ragazza sarebbe tornata insieme ad un suo ex fidanzato e per punizione dello sgarro le sarebbe stata tolta la casa. Anche la moglie di Schiasi è stata vittima del clan, cacciata di casa e obbligata a cercare di convincere il marito a ritrattare.