E Tajani scommette sul made in Italy

di Biagio Fusco – Il dicastero italiano deputato alla trattazione delle problematiche legate alla nostra politica estera ha dato il via alla convocazione degli Stati Generali della diplomazia culturale, con il sostegno di una volontà politica che vede nel futuro prossimo un made in Italy acquistare un sempre maggior appeal nel mondo, avendo le capacità di diffondersi a tutte le latitudini. Il vice premier e ministro Tajani, che non sbaglia un colpo nella comunicazione mediatica, coglie opportunamente l’occasione presentatasi a Firenze e, rivolgendosi agli ottantasei tra direttori e direttrici che guidano i principali Istituti di cultura italiana all’estero, giunti a Palazzo Vecchio per l’evento, annuncia il nuovo slancio che il Governo Meloni vuole dare al patrimonio culturale nazionale ed alle sue espressioni più variegate: “ Intendo incrementare il numero degli Istituti italiani di cultura, il numero delle scuole italiane e i corsi di lingua italiana nelle università del mondo ”.

Mai come in questo preciso frangente, in cui la storia ha riportato la guerra in Europa, ripresentandone gli scenari catastrofici, i quali sotto la spinta di un perverso meccanismo di causa ed effetto sembrano offrire un cinico spunto alle organizzazioni terroristiche per sobillare i popoli attraverso diaboliche strategie della provocazione militare rispetto a diatribe interne, mai sopite, legate alle autonomie politiche e territoriali e prima ancora alle identità e libertà religiose, si avverte la necessità di riproporre il dialogo e la pace tra i popoli col ricorso agli strumenti ed alle opportunità messe a disposizione dalla cultura. In queste ore concitate, nelle quali tutto il mondo assiste al dramma che si sta consumando in Medio Oriente e conosce le stragi perpetrate ai danni di civili innocenti, lì dove in Terra Santa è in corso una feroce recrudescenza delle rivendicazioni di Hamas nei confronti dello stato di Israele, la Farnesina mantiene contatti costanti coi propri partners, che stanno vivendo in prima persona questa situazione così delicata e preoccupante. Ma la cultura non può e non deve arretrare dinanzi a queste intollerabili forme di aggressione e, pertanto, proprio ora è il momento di dare nuovo vigore ed un asset cruciale al Sistema Paese. E dunque Tajani punta sull’immenso forziere in cui sono custodite le ricchezze storiche, artistiche e culturali del Bel Paese: Nel mondo c’è tanta voglia di Italia e di conoscere il nostro patrimonio: un’opportunità per favorire l’interesse nazionale “.

Il nuovo leader di Forza Italia è convinto che un focus mirato su turismo ed esportazioni nostrane nel mondo possa rappresentare una via maestra, un utile apripista per centrare l’ambito traguardo della internazionalizzazione delle aziende italiane nel mondo, affinchè siano maggiormente competitive nella sfida che porta all’innovazione. In questo arduo ed articolato percorso le si affianca la ministra Santachè, che dopo aver intuito l’importanza del fare rete intorno al marchio del made in Italy ribadisce che il nostro Paese deve riconquistare il primato che gli spetta, con le giuste iniziative che valorizzino la sua cultura dandole un respiro più ampio oltre i suoi confini territoriali, perché l’Italia sa come attrarre gli investimenti stranieri e per farlo deve essere pronta a scommettere su stessa.

Pregevole è stata la decisione del ministro agli esteri, cui si è unito l’appoggio ricevuto da quello del turismo, di proiettare il film Dante Alighieri, diretto nel 2022 dal regista Pupi Avati, in tutte le sedi degli Istituti di cultura italiana. Il grande maestro del cinema non si è lasciato sfuggire la possibilità di rivolgere un accorato invito agli Stati Generali della diplomazia culturale a che si rendano insieme a lui complici nella promozione della sua pellicola nel mondo, con la speranza che la cultura italiana affronti questa prova con la fiducia, l’ambizione e la sfrontatezza che le si riconosce come propria; “.. fare rete, lavorare in sinergia con le altre manifestazioni della pubblica amministrazione sul territorio e in Italia.. “, questo l’acuto messaggio impresso da Alessandro de Pedys, Direttore generale per la diplomazia pubblica e culturale. Anna Maria Bernini, ministra dell’Università e della Ricerca scientifica, ricorda della destinazione di un fondo pubblico pari a cinquanta milioni di euro da parte del ministero degli affari esteri per agevolare la costituzione di una joint partnership tra gli atenei universitari dislocati in delle parti del globo dove è più fertile il terreno delle relazioni informate all’insegna dell’arte, della cultura e dell’aggiornamento continuo.

Sul punto interviene ancora De Pedys in maniera piuttosto illuminante, il quale suggerisce di “ proporre un’offerta diversa per pubblici diversi, per mostrare un patrimonio che va dall’antichità al contemporaneo, una creatività che non si è fermata al Rinascimento, ma è andata avanti e va avanti tuttora”. L’evento – è anche superfluo da evidenziare – è indirizzato alle risorse che provengono dai giovani e da quelle forme di linguaggio artistico più eccentrico, vivace e geniale, che soltanto loro sono in grado di creare ed animare mediante energie proiettate verso l’apertura all’estero dei rapporti culturali.