Il GUP Fabrizio Forte, presso il Tribunale di Napoli Nord, ha pronunciato sentenza di non luogo a procedere per gli avvocati accusati di truffa ed associazione a delinquere, per aver intentato svariate cause nei confronti della agenzia delle entrate riscossione. Il tentativo della Procura, sollecitato fortemente dalla dirigenza della agenzia delle entrate e riscossione, di scaricare le negligenze dell’agente della riscossione sull’operato degli avvocati è naufragato. D’altronde già il GIP ed il tribunale del riesame avevano rigettato tutte le richieste cautelari avanzate dalla Procura.
Sono quasi tutti dell’area a nord di Napoli e della provincia di Caserta i 47 avvocati che per due anni erano stati buttati in pasto ai social per le loro presunte malefatte. Si titolva Maxi-Truffa, adesso con il pronunciamento del GUP si potrebbe dire “cantonata”.
A sfogarsi sui social è un avvocato che scrive: “si è conclusa ieri con l’assoluzione a formula piena la vicenda giudiziaria, durata quasi due anni, di circa 50 avvocati. Uomini e donne sbattuti in prima pagina dai giornali e dai social, con tanto di foto “strappate” dalla loro vita privata, ingiustamente accusati di truffa ai danni dello Stato e di falso ideologico e mediaticamente già condannati prima ancora di essere processati, anche da chi dovrebbe conoscere il principio di non colpevolezza. Una inchiesta condotta con i piedi da un PM, nel frattempo trasferito ad altra sede, che ha denotato una scarsa conoscenza del diritto processuale civilistico, fatta a pezzi da una ordinanza del GIP di reiezione della richiesta di misure cautelari, confermata dal Tribunale del Riesame, che evidenziava, addirittura, la non configurabilità dei reati ascritti agli imputati. Centinaia di migliaia di euro spesi per intercettazioni telefoniche, ambientali e pedinamenti che hanno condotto ad un nulla di fatto. Adesso una domanda è d’obbligo: chi risarcirà gli avvocati ingiustamente accusati e sbattuti in prima pagina? Chi pagherà per le loro preoccupazioni, gli stati d’ansia, il danno di immagine e tutto quello che ne è conseguito in questi due anni di processo? Ovviamente nessuno, o se qualcuno dovesse adire le vie legali ne risponderà il Ministero, ovvero lo Stato e noi comuni cittadini che abbiamo contribuito anche a sostenere i costi di questa assurda indagine. Continuo a ripetere che fino a quando non sarà introdotta la responsabilità civile dei magistrati tanti problemi resteranno sempre irrisolti. Chi sbaglia deve sempre pagare, anche se è un uomo dello Stato”.