Italiano uscito da Gaza, ‘situazione non consente lavorare’. Con lui la moglie, anche lei operava nella Striscia

“Sono provato ma sto bene. Il nostro ruolo è di stare al fianco della popolazione ma le condizioni drammatiche sul campo non ci consentono di lavorare”.

Lo ha detto Jacopo Intini, uno degli italiani appena usciti dalla Striscia di Gaza, a Sergio Cipolla, il presidente della Ong ‘Ciss’ di Palermo. Con Intini ha lasciato Gaza anche la moglie, Amala Khayan, anche lei operatrice dell’organizzazione. “Ci ho parlato solo qualche istante perché la connessione non era buona – spiega Cipolla – Stanno bene, la loro uscita da Gaza è coincisa col bombardamento del campo di Jabalia che per noi è una importante sede di lavoro”.

Un’altra situazione riguarda ‘Azione contro la fame’, la Ong di cui fa parte Maya Papotti, tra gli italiani che hanno passato il valico di Rafah. “La nostra collega ha appena lasciato la Striscia di Gaza e sta bene, ringraziamo le autorità e attendiamo il suo rientro in Italia”, rende noto l’organizzazione, che aggiunge: “Rinnoviamo solidarietà e preoccupazione per il nostro personale e tutti i civili ancora sul campo e la richiesta di cessate il fuoco e di corridoi umanitari”.