La controversia sui fondi di coesione tra il governatore campano Vincenzo De Luca e il governo Meloni raggiunge nuovi livelli di tensione con una serie di sviluppi che coinvolgono manifesti accusatori, una dura risposta da parte di Fratelli d’Italia e le controdenunce della Lega a Caserta.
La Regione Campania ha deciso di intensificare la propria protesta contro il governo Meloni con l’affissione di manifesti nei principali capoluoghi regionali. Il documento, ornato con il logo della Regione Campania, accusa il governo centrale di tradire il Sud, sottolineando un presunto blocco di fondi da oltre un anno e mezzo. Tra le aree colpite figurano i fondi destinati al Sud (6 miliardi di euro in Campania), quelli per la cultura, le infrastrutture stradali e i Campi Flegrei. La campagna, finanziata con fondi istituzionali per la comunicazione, mira a sollevare l’attenzione sulla situazione critica dei Comuni, prossimi al dissesto per la carenza di risorse.
La reazione di Fratelli d’Italia, guidata dal senatore Antonio Iannone, è immediata e pungente. Iannone accusa De Luca di trattare la Regione come una “proprietà privata” e si scaglia contro l’utilizzo dei fondi pubblici per una campagna anti-governativa. Inoltre, sottolinea la condanna di De Luca da parte della Corte dei Conti e solleva dubbi sulla destinazione dei fondi pubblici, chiedendo a chi effettivamente vadano a beneficiare.
Parallelamente, emerge una denuncia dalla Lega a Caserta, rappresentata dal deputato Gianpiero Zinzi. Quest’ultimo, attraverso un post su Facebook, accusa De Luca di utilizzare i soldi pubblici per propaganda politica, definendo la situazione nella sua città come una vera e propria “tappezzeria” di manifesti anti-governativi. Zinzi nega il presunto blocco dei fondi destinati alla Campania e rimarca che De Luca è l’unico governatore d’Italia a evitare il dialogo con il governo centrale, rifutandosi di spiegare come intende utilizzare le risorse.
L’approfondimento sulla campagna di affissioni contro Meloni rivela ulteriori dettagli. I manifesti presenti in giro per Napoli, Avellino e Salerno portano la firma inconfondibile di palazzo Santa Lucia. Ben 4 mila, infatti, sono quelli disseminati su tutto il territorio, 200 panel alle fermate dei bus, 100 della grandezza 6×3 e un’installazione luminosa di fronte al Maschio Angioino per una campagna partita il 20 febbraio e destinata a concludersi il 31 marzo in tutta la regione, secondo una delibera dello scorso 9 febbraio che l’ha autorizzata.
In un’altra diretta accusa, Zinzi critica il modo in cui De Luca utilizza i fondi di sviluppo e coesione, sostenendo che dovrebbero essere impiegati per far crescere la regione e migliorare servizi e infrastrutture, anziché essere “sperperati” in manifesti politici o non spesi. Invita De Luca a utilizzare il simbolo del suo partito, il Pd, e a coprire personalmente i costi della campagna.
In questo duello verbale, la questione dei fondi di coesione si intreccia con la gestione delle risorse pubbliche, generando una controversia che continua a tenere in tensione la politica campana. La verità sulla situazione finanziaria, sulla destinazione dei fondi e sull’etica dell’utilizzo delle risorse pubbliche emerge come un tema centrale, alimentando la complessità della situazione e sollevando interrogativi sulla trasparenza delle azioni politiche.