Una storia di redenzione è sempre complessa da realizzare, sia per chi deve raccontarla sia per chi la fruirà. Il pubblico spesso fatica a credere a questi racconti e al concetto stesso di riscatto, che si configura come una conquista difficile. Tuttavia, Un poeta dietro le sbarre non è frutto di finzione, ma rappresenta un autentico spaccato della vita di un uomo pentito che cerca una seconda possibilità.
Il documentario, diretto da Vincenzo Lamagna e prodotto dalla NaNo Film Production, ha come protagonista Sandro Boselli, ex carcerato e poeta. Sandro, personaggio unico, ha trascorso gran parte della sua vita tra eccessi e illegalità; dopo aver scontato la sua pena, è pronto a cogliere l’opportunità di redenzione che gli è stata offerta. Dietro le sbarre, Sandro ha scoperto che oltre al linguaggio della violenza conosce anche quello della poesia, un dono naturale e istintivo che lo caratterizza con una straordinaria dicotomia.
Il poeta compone versi con sorprendente facilità, trascrivendoli su quaderni con una calligrafia incerta e alternando inchiostri di diversi colori. Li memorizza e li interpreta con l’enfasi di un attore professionista. A notarlo, e a supportarlo nel suo percorso, è stato Dave Given, poeta e romanziere napoletano. La troupe, diretta da Lamagna, ha seguito Sandro per quasi due anni, documentando il suo cammino verso la pubblicazione della sua silloge poetica.
Il 28 settembre scorso, presso l’Archivio di Stato di Napoli, si è tenuta la presentazione del libro Un poeta dietro le sbarre, all’interno della fiera “Ricomincio dai libri”. La sala Decameron era gremita di persone interessate, pronte a vivere un primo assaggio di un progetto incredibilmente forte. L’incontro, moderato da Francesco Della Calce, ha messo in luce la verità autentica di questa storia, priva di filtri. La vita e l’arte di Sandro sono un intreccio di esperienze e contraddizioni in grado di scuotere menti e coscienze, affrontando tematiche cruciali come il processo riabilitativo in carcere.
In questo contesto, la poesia emerge come un potente mezzo di catarsi, un linguaggio evocativo che offre la possibilità a chi decide di scavare dentro di sé di esprimersi senza barriere. L’inchiostro su carta e le immagini registrate hanno dato vita a una bella favola che celebra l’arte in tutte le sue forme, non solo letterarie ma anche cinematografiche.
Il regista Vincenzo Lamagna ha sottolineato l’importanza di diffondere racconti di questo tipo: “Storie come queste sono piccole perle, potenti nella loro capacità di unire vari linguaggi, creando un tutt’uno in un concentrato di bellezza e potenza emotiva. Raccontare tutto ciò attraverso un documentario è cruciale, poiché è un mezzo potente per veicolare creatività e realizzare un racconto cinematografico autorevole e delicato allo stesso tempo.”
Dave Given, scrittore e sceneggiatore, ha aggiunto: “Dopo il successo di Un bacio di troppo, io e Vincenzo eravamo alla ricerca di un progetto diverso ma altrettanto potente. Con questo lavoro ci stiamo superando, grazie a creatività, idee, capacità e tenacia.”