Il porto di Salerno come un crocevia del narcotraffico: sequestrati 650 chili di droga alla famiglia Memoli

Un’operazione su vasta scala ha sconvolto la criminalità organizzata dell’Italia meridionale: i carabinieri di Salerno hanno smantellato un potente cartello della droga con collegamenti internazionali, al centro del quale operava la famiglia Memoli, capace di trasformare il porto di Salerno in un vero e proprio hub per il narcotraffico. La struttura criminale è stata paragonata dai carabinieri ai noti cartelli messicani, per la spietatezza e l’efficienza delle operazioni gestite.

Con una serie di blitz simultanei, le forze dell’ordine hanno inferto un duro colpo al cartello, sequestrando oltre 650 chilogrammi di cocaina purissima, destinata a essere distribuita nei mercati illegali di Campania, Basilicata e Puglia. Ma il sequestro non si limita alla cocaina: ingenti quantitativi di hashish e marijuana sono stati trovati nei nascondigli della banda, svelando la vastità del traffico orchestrato dalla famiglia Memoli.

L’organizzazione era capeggiata da Tiziano e Carmine Memoli, che avevano costruito un’estesa rete di contatti con fornitori internazionali, permettendo l’importazione della droga direttamente dai paesi produttori. Grazie a una rete di collaboratori e a un’efficiente struttura logistica, il gruppo riusciva a introdurre le sostanze stupefacenti nel Paese senza destare sospetti e eludendo i controlli.

Le indagini, sotto la direzione della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno, hanno svelato una realtà organizzativa complessa e radicata, capace di corrompere funzionari pubblici e infiltrarsi in diversi settori dell’economia. Oltre al traffico di stupefacenti, il gruppo Memoli era attivo in altri ambiti criminali, come il riciclaggio di denaro e il traffico di armi.

Tra gli arrestati, sottoposti a custodia cautelare in carcere su ordine del Tribunale di Salerno, compaiono Tiziano Memoli, 54 anni; suo figlio Carmine Memoli, 31 anni; il cugino Gennaro Memoli, 28 anni; e altre figure chiave come Antonio Apicella, Pierpaolo Cianciulli, Mario Cafaro, Carmine Ferrara, Annamaria Gallo, Donato Garripoli, Luigi Maisto e Alessio Stornante. Agli arresti domiciliari, invece, i salernitani Carmine Bisogno, Matteo Boccia e Francesco Basso.

In totale, l’inchiesta coinvolge 23 indagati a cui sono contestati, a vario titolo, reati che spaziano dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti, alla detenzione e cessione di sostanze illegali.