Stop ai coltelli tra i minorenni: la preside di Ponticelli denuncia un fenomeno preoccupante

La dirigente scolastica dell’Istituto “Marie Curie” di Ponticelli, Valeria Pirone, esprime il suo favore per la recente decisione del Tribunale dei minori di processare per direttissima i minorenni trovati in possesso di un coltello. Un provvedimento che, secondo la preside, arriva in un momento critico, dove l’uso delle armi da taglio tra i giovanissimi è un problema sempre più diffuso.

Pirone, con venti anni di esperienza a contatto con le difficoltà sociali e scolastiche dei giovani di Napoli Est, sottolinea l’importanza di questo intervento legislativo, auspicando che possa fungere da deterrente per evitare che i ragazzi escano armati. «Sono felice che i legislatori abbiano finalmente compreso la gravità di questo fenomeno», afferma, «è da anni che invoco misure simili per combattere questa piaga».

Tuttavia, la dirigente evidenzia che il problema non si risolve solo con leggi più severe. «La dispersione scolastica è un altro aspetto cruciale che va affrontato parallelamente», sostiene, mettendo in luce la necessità di interventi a lungo termine che possano supportare i ragazzi e impedire che si allontanino dal percorso educativo.

Nel corso degli anni, Pirone ha potuto osservare da vicino come il fenomeno della violenza giovanile e dell’uso di armi si sia diffuso anche tra giovani provenienti da famiglie un tempo ritenute “insospettabili”. «Molti ragazzi portano coltelli a scuola dicendo di usarli per difendersi», spiega, rivelando che anche nel suo istituto si sono registrati episodi di possesso di coltelli. La preside ha più volte sollecitato l’installazione di metal detector all’ingresso della scuola e la maggiore presenza delle forze dell’ordine per i controlli. «Purtroppo, sebbene le autorità avessero promesso interventi già a settembre, finora i controlli si sono limitati solo alla ricerca di droga», afferma Pirone, auspicando che l’approccio si intensifichi.

La dirigente racconta anche di aver sequestrato personalmente diversi coltelli trovati nelle tasche o negli zaini degli studenti. Alcuni di questi ragazzi, purtroppo, sono già coinvolti in procedimenti penali per aggressioni tra compagni. Nonostante ciò, Pirone ribadisce l’importanza di non arrendersi: «Non ci stanchiamo di lottare e di insegnare loro la giusta via», dice con determinazione.

Secondo la preside, per affrontare questo fenomeno è fondamentale una risposta collettiva che vada oltre le misure punitive. «La scuola può intercettare il problema, ma deve anche favorire momenti di confronto e riflessione», aggiunge, ricordando che, al di là delle sanzioni, è necessaria una didattica più coinvolgente, capace di stimolare e rispondere ai bisogni degli studenti. In questo senso, la continuità dei progetti scolastici è essenziale per combattere la dispersione e garantire un supporto concreto ai ragazzi.

Ponticelli, il quartiere in cui Pirone dirige la scuola, resta un territorio difficile, segnato da episodi di violenza. Recentemente, un uomo di 37 anni è stato ucciso in un agguato, un tragico evento che ha scosso l’intera comunità. La preside, che conosceva bene la vittima, si è recata a visitare i figli dell’uomo, iscritti nella sua scuola. «Vogliamo che questi ragazzi non interrompano il loro percorso educativo», afferma Pirone, esprimendo la vicinanza della scuola alla famiglia colpita dal lutto. La dirigente sottolinea che azioni di sostegno saranno necessarie per garantire che i ragazzi non si smarriscano di fronte alla tragedia.

In un contesto complesso come quello di Ponticelli, Pirone resta convinta che l’unico modo per cambiare davvero la situazione sia lavorare insieme a tutte le realtà del territorio, dalla famiglia alle istituzioni, alle associazioni locali. «Serve una regia che coordini tutte le azioni per garantire ai ragazzi un futuro diverso», conclude.