Campania – Sistema di smaltimento di rifiuti illecito: i carabinieri sequestrano 3 aziende in Campania e arrestano 9 persone

Un’importante operazione contro il traffico illecito di rifiuti ha portato all’arresto di nove persone e al sequestro di tre aziende e numerosi mezzi utilizzati per attività illegali. L’operazione, condotta dai Carabinieri del Gruppo per la Tutela dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di Napoli su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Lecce, è scattata all’alba di oggi, mercoledì 5 gennaio, e ha coinvolto le regioni di Puglia, Campania, Calabria e Basilicata.

L’indagine, avviata nel giugno 2023, ha permesso di smantellare un articolato sistema di smaltimento illecito di rifiuti speciali e pericolosi, provenienti da impianti industriali della Puglia e della Campania. Gli indagati, mediante falsificazione di documenti e autorizzazioni ambientali, trasportavano grandi quantità di rifiuti senza alcun trattamento, scaricandoli in aree rurali o capannoni abbandonati situati nelle province di Taranto, Cosenza, Avellino e Matera.

Tra i materiali smaltiti illegalmente figurano scarti tessili, rifiuti industriali e frazione indifferenziata classificata come EER 191212 e 150106. In alcuni casi, i rifiuti venivano incendiati per cancellare ogni traccia dell’attività illecita, causando gravi danni ambientali e mettendo a rischio la salute pubblica.

Un giro d’affari da un milione di euro

Secondo le stime degli inquirenti, l’organizzazione avrebbe guadagnato circa un milione di euro, evitando i costi dello smaltimento legale dei rifiuti. Nell’ambito dell’operazione, i Carabinieri hanno sequestrato tre aziende di trattamento rifiuti con sede a Giugliano (Napoli), Onano (Viterbo) e San Martino Valle Caudina (Avellino), oltre a tre capannoni industriali situati a Pulsano (Taranto) e Cassano allo Ionio (Cosenza), due terreni agricoli a Villapiana (Cosenza) e 25 automezzi utilizzati per il trasporto dei rifiuti.

Nove arresti e 34 persone denunciate

Oltre ai nove arrestati, nell’inchiesta sono coinvolte altre 34 persone, tutte denunciate per reati ambientali e falsificazione documentale. Gli inquirenti hanno individuato circa 4.000 tonnellate di rifiuti abbandonati, rappresentando una seria minaccia per l’ambiente e per la salute dei cittadini.

Le misure cautelari disposte dal GIP del Tribunale di Lecce mirano a interrompere definitivamente le attività criminali e a prevenire ulteriori episodi di traffico illecito di rifiuti. L’inchiesta prosegue per chiarire eventuali responsabilità aggiuntive e monitorare le aree interessate dai danni ambientali causati dall’organizzazione.