Dal 19 gennaio al primo marzo 2026, l’aeroporto di Napoli Capodichino sarà completamente chiuso per consentire importanti lavori di riqualificazione della pista. L’intervento, annunciato con largo anticipo da Gesac, è stato pianificato nel periodo di minor traffico aereo per ridurre al minimo l’impatto sulle operazioni, ma la scelta rischia comunque di generare forti criticità.
Durante i 42 giorni di stop, parte dei voli sarà trasferita sull’aeroporto Salerno-Costa d’Amalfi, che potrà accogliere fino al 30% del traffico, in base ai limiti imposti da Enac. Si tratta però di una soluzione parziale, che non coprirà interamente la domanda. Intanto, le istituzioni locali stanno valutando misure per contenere i disagi, tra cui l’attivazione di navette dirette verso Salerno e Roma e il potenziamento della rete ferroviaria.
A destare preoccupazione è anche l’impatto occupazionale: la chiusura temporanea potrebbe rappresentare un duro colpo per molti lavoratori del settore.
Il blocco arriva in un momento cruciale per Napoli. Il 2026 sarà infatti l’anno in cui la città ricoprirà il titolo di Capitale Europea dello Sport e ospiterà la prestigiosa Louis Vuitton Cup, meglio nota come Coppa America. Due eventi che promettono di attirare un flusso importante di visitatori, ma che ora si scontrano con il rischio concreto di caos logistico.
Un paradosso, se si considera che Capodichino ha appena chiuso il 2024 con un record di 12,7 milioni di passeggeri, il dato più alto di sempre. Proprio in questo contesto di crescita, con all’orizzonte nuovi progetti come il terminal extra Schengen e il collegamento metropolitano, la chiusura rappresenta una battuta d’arresto che rischia di rallentare lo slancio dell’aeroporto e mettere a dura prova l’intero sistema della mobilità campana.