“Pagherà per quello che ha fatto, ma resterò sempre al suo fianco. Sono suo padre e non posso abbandonarlo”. Con queste parole dolorose e complesse, Domenico Tucci, padre di Alessio, il 19enne che ha confessato l’omicidio della quattordicenne Martina Carbonaro, esprime il suo turbamento per quanto accaduto nella tragica notte tra il 27 e il 28 maggio ad Afragola.
Martina è stata trovata priva di vita in un casolare abbandonato. Una notizia che ha scosso profondamente l’Italia e, ancor più da vicino, la famiglia Tucci. Domenico si è detto sconvolto e incapace di comprendere il gesto del figlio. “Quello che ha fatto mio figlio non lo so spiegare”, afferma, aggiungendo con dolore: “Cosa farei se fossi nei panni della famiglia di Martina? Non accetterei il perdono. Ma a loro chiedo scusa a nome suo”.
Il padre racconta di essere stato con Alessio fino all’1:30 della notte del delitto. Nulla, nei comportamenti del figlio, aveva lasciato trapelare un sospetto. “Non mi ha mai fatto pensare potesse essere coinvolto, nemmeno quando gli chiedevo se sapeva dove fosse Martina”, ricorda.
Domenico aveva preso parte alle ricerche della ragazza, fianco a fianco con i familiari di Martina, fino alle due di notte. E anche in quel momento, sottolinea, “quando i carabinieri sono arrivati, Alessio era normale. Non sospettavo nulla”.
Un padre che oggi si trova diviso tra il dolore di una tragedia immane e l’amore per un figlio che ha compiuto un gesto inaccettabile. Un uomo che chiede perdono, pur consapevole che quel perdono potrebbe non arrivare mai.