Se in un paese “addormentato” come lo ha definito qualcuno degli intervenuti, oltre un centinaio di persone libere si ritrovano per un originale flash mob in difesa di un teatro, vuol dire che forse la battaglia per il Minerva e per evitare la sua chiusura non è affatto persa anche se è solamente all’inizio. Anzi, la determinazione del direttore artistico, Pino De Caro, e le parole dei partecipanti alla manifestazione svoltasi in piazza Pace fanno capire che, al di là delle oggettive difficoltà da superare, si può evitare che il copione sia già scritto. Al Flash mob c’erano persone che negli anni hanno calcato il palcoscenico del teatro di Boscoreale ma c’erano anche e soprattutto cittadini che non vogliono che l’unica struttura culturale presente sull’intero territorio vesuviano sia riconsegnata al degrado e alle erbacce, condizioni nelle quali lo trovarono coloro che poi in questi ultimi anni si sono fatti carico di trasformarlo in un piccolo gioiello che vanta, tra le altre cose, stagioni teatrali di tutto rispetto con compagnie di alto livello. Per evitare la chiusura sono state avanzate una serie di proposte dal direttore artistico.
Si attendono ora le risposte concrete, magari l’apertura di un tavolo di confronto per individuare le soluzioni migliori. In piazza ieri – ha fatto notare qualcuno – mancavano alcune delle associazioni in altre occasioni particolarmente attive mentre spiccava la presenza di diversi giovani, un segnale di speranza in un momento molto difficile. Proprio nelle ore in cui andava in scena il flash mob sui social veniva condiviso un messaggio preciso: “Nel deserto culturale di un paese spettrale, il Minerva è l’ultima luce accesa. Ora vogliono spegnerla. Non possiamo restare in silenzio. il Cine-Teatro Minerva è l’unico spazio di aggregazione, cultura e vita pubblica in un territorio lasciato all’abbandono.
Chiudere il Minerva significa condannare una comunità al silenzio e all’isolamento. Difendiamolo. E’ un dovere civile”. Al microfono del flash mob con le loro testimonianze si sono alternati Danilo Ardizio, Luca Pinto, Maria di Prisco, Rosa Vitiello che hanno un po’ sintetizzato pensieri e sensazioni dei presenti. A fare da cornice alla manifestazione un Pulcinella e un cartellone. Con la scritta ‘Teatro Minerva: un teatro chiuso è una comunità che perde la sua anima. La cultura non è un lusso, è un diritto. Sosteniamo il nostro Teatro!!!’. Qualcuno ha pensato di lasciarlo davanti al portone del Comune.