
Articolo di Caldarelli Michelle- Ancora sangue versato nei luoghi di lavoro. Ancora dolore e interrogativi. In Italia si registra una vittima sul lavoro ogni otto ore, e i drammatici incidenti avvenuti nelle ultime ore in Campania riportano con urgenza il tema della sicurezza sul lavoro al centro dell’attenzione pubblica.
A Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, tre operai di origini ucraine e moldave sono rimasti feriti, di cui uno gravemente, a seguito dell’esplosione di un impianto GPL all’interno dell’officina di autodemolizioni Motortecno. L’incidente è avvenuto mentre i lavoratori stavano smontando l’impianto GPL da un’auto. Tra i feriti, il 31enne Vasile Bujac, moldavo, è in condizioni gravissime e in pericolo di vita presso l’ospedale Cardarelli di Napoli. Il 29enne Vitalii Diachun, ucraino, è anch’egli ricoverato in codice rosso. Meno gravi le condizioni del terzo operaio, anch’egli coinvolto nell’esplosione.
Queste tragedie si inseriscono in un contesto nazionale sempre più preoccupante. Secondo i dati diffusi da ANMIL (Associazione Nazionale fra Lavoratori Mutilati e Invalidi del Lavoro), nei primi sette mesi del 2025, solo in Campania si contano 59 morti sul lavoro, contro i 48 dello stesso periodo del 2024. Gli infortuni superano quota 13mila, un dato che non può essere ignorato. Per Antonio Di Bella, presidente nazionale dell’ANMIL, la sicurezza deve partire dall’educazione, fin dalle scuole, per costruire una cultura della prevenzione diffusa e condivisa. “La sicurezza non riguarda solo chi ha già subito un infortunio, ma tutti i lavoratori, attivi e futuri, che ogni giorno contribuiscono al tessuto produttivo del Paese”, ha dichiarato Di Bella.
I numeri parlano chiaro: la sicurezza sul lavoro è un’emergenza nazionale. Ogni incidente, ogni vita spezzata, è il prezzo altissimo pagato per ritardi, negligenze e una cultura ancora troppo debole in termini di prevenzione.









