NAPOLI – “Abbiamo tutti le mani sporche, per le violenze e per il degrado del quartiere. Nessuno è innocente, anzi, siamo tutti colpevoli.” È questo il messaggio lanciato dai cittadini di Porta Capuana, che hanno dato vita a un flash mob simbolico dopo la violenza sessuale avvenuta nella notte tra sabato e domenica.
Il gesto simbolico: mani nere sul lenzuolo bianco
Decine di residenti, uomini e donne, si sono ritrovati sotto l’antico arco di Porta Capuana con le mani tinte di vernice nera, lasciando le proprie impronte su un lenzuolo bianco esposto come simbolo di denuncia collettiva.
Un gesto semplice ma potente, con cui i partecipanti hanno voluto esprimere vergogna e responsabilità condivisa per la situazione di degrado che da tempo affligge il quartiere.
“La responsabilità è di tutti noi”
Tra le promotrici dell’iniziativa c’è Raffaella Guarracino, assessore al Welfare della Quarta Municipalità, che ha voluto sottolineare la gravità del momento:
“La responsabilità è di tutti noi. Prima di rappresentare un’istituzione sono una donna e una mamma. La violenza sessuale è solo l’ultimo episodio di una lunga serie di abusi, dallo spaccio alle rapine, che segnano i giorni e le notti di questa parte della città.”
L’assessore ha poi ribadito la necessità di affiancare alle politiche sociali interventi immediati di legalità e sicurezza, per consentire una vera rinascita del quartiere e dell’intera città.
Un grido d’allarme per la città
Il flash mob di Porta Capuana è diventato un atto di accusa e di autocoscienza collettiva: un modo per richiamare l’attenzione delle istituzioni e dell’opinione pubblica sulla violenza, sul degrado e sulla mancanza di presidi di sicurezza.
Una protesta silenziosa, ma carica di significato, che chiede giustizia, dignità e presenza per un quartiere che non vuole rassegnarsi.









