Giugliano: il Sindaco Poziello presenta il libro “La città dei fumi” di Giovanni Basile

Nella serata di ieri ,  mentre andava in onda il servizio di Striscia la notizia, il Sindaco di GiuglianoAntonio Poziello aveva da poco finito di presentare un libro scritto da un ragazzo: Giovanni Basile. Un giovane scrittore che oggi ha 21 anni o poco più e ha scritto il suo primo libro quando di anni ne aveva 16 o poco meno.

Un libro che descrive una realtà distopica ma non troppo, a partire dal titolo: La città dei fumi.
Un ragazzo normale. Educato, sensibile, attento alla realtà che lo circonda. Che parla in italiano senza vergognarsene e che espone le proprie idee senza citare la madre di nessuno. Che esalta l’importanza dello studio e della cultura, dei libri.

Torno a casa, il Sindaco pone la sua attenzione sul servizio di Abete:” Un buon servizio, peraltro. Giovanni a confronto con quei ragazzi sembra un alieno. Un marziano che per caso si è trovato a passare da Giugliano. Uno che ha parcheggiato l’astronave in doppia fila al Corso Campano, peraltro in buona compagnia con un sacco di altri tizi.”

Per un po’ ho pensato che la nota stonata fosse Giovanni e non quei ragazzi volgari compiaciuti della propria volgarità.
Ma non è così. Giovanni non è un’anomalia. Giovanni è la normalità, tutt’altro che noiosa.
È quella normalità che non fa notizia. È il cucciolo che coccoliamo ed alleviamo nelle nostre famiglie, ordinariamente problematiche, ma “normali”.

L’anomalia-conclude il Sindaco- sono quegli altri. La a-normalità è costituita da quei ragazzi sgrammaticati, che si sganasciano nel fare battuta su mia madre, che dov’è non se ne risentirà più di tanto. Che testimoniano di una povertà educativa diffusa e di un fallimento dei nostri sistemi socioeducativi. Di una scuola che non sempre insegna. Di una famiglia che non sempre educa. Di servizi sociali che non sempre intervengono.
Di battute che non sempre fanno ridere. Di scuole che quando piove non sempre vanno chiuse.
L’anomalia è un istituto
scolastico che non fa notizia perché andrà in Cina a rappresentare il Made in Italy, ma per un po’ di ragazzini che si sganasciano dalle risate dopo una battuta greve. Ed è grave”