Quando la politica cavalca il calcio per i voti

È un classico della politica. In campagnia elettorale cavalcare l’onda nazionalpopolare.

Non è la prima volta che i politici, che vedono svanire il consenso del popolo per scelte politiche piuttosto discutibili, provano a riavvicinarsi ai cittadini toccando le corde del sentimento pur di ritornare sulla cresta dell’onda.

Ancora una volta, la scelta migliore ricade verso il calcio.

Matteo Renzi, bacchettato sonoramente per la sua presidenza del Consiglio che ha portato il PD sotto la soglia del 24%, ha deciso di aggrapparsi al mondo del pallone per ritornare a guadagnare consensi per il proprio partito.

Al termine della visita a Ventotene,  un papà col figlio si avvicinano al premier.
Renzi ha chiesto al ragazzino per chi tifa:“Roma?”. “Napoli, presidente”, ha risposto il papà.
E allora Renzi, appassionato di calcio e tifoso della Fiorentina, ha sorriso: “Quest’anno il Napoli vince lo scudetto”.

La politica e il calcio hanno sempre avuto una forte connessione tra di loro. Basti pensare che le tifoserie ultras hanno forti legami, a volte piuttosto spiccati, con il mondo politico.

In Italia, Germania, Turchia, Serbia, non è la prima volta che le tifoserie di squadre diverse sono venute a contatto tra loro, più per legami a fazioni politiche avverse che per problemi strettamente legati al campo.

Spesso per scegliere le presidenze dei maggiori campionati in giro per il mondo sono stati usati stratagemmi ‘politichesi’ per battere l’avversario di turno. Per non parlare di presidenti di calcio (vedi Lotito in Campania, scelto da Forza Italia) accuratamente selezionati per uno dei posti nelle liste delle amministrative.

Insomma, se esiste un mondo vicino al calcio è proprio quello della ragion di stato.

Con tutto il rispetto per il mondo pallonaro, crediamo che la vera essenza della politica si a quella di migliorare la vivibilità dei cittadini, non quella di restare ancorati alla Poltrone utilizzando qualunque metodo pur di accattivarsi la simpatia del popolo.

State sereni, amici politici e mettete il calcio da parte. I cittadini si ricorderanno cosa avete fatto di buono nei vostri anni di governo, non certo quale squadra portate nel cuore.