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Putin riconosce Lugansk e Donetsk e ordina l’ingresso dei militari

Al termine di un lunghissimo discorso tv alla nazione, il presidente russo Vladimir Putin ha firmato il riconoscimento delle repubbliche separatiste di Lugansk e Donetsk. La decisione era stata annunciata poche ore prima al cancelliere tedesco Olaf Scholz e al presidente francese Emmanuel Macron.

Il leader del Cremlino ha fatto un lunghissimo excursus storico, sin dal 1917, per sostenere che l’Ucraina sostanzialmente è parte della storia della Russia, e soltanto a causa di Lenin ha ottenuto l’autonomia. Oggi – ha detto Putin – Kiev è un burattino nelle mani di potenze straniere, e quindi non deve aderire alla Nato.

Secondo Putin lungo il confine ci sono missili tomahawk, che potrebbero colpire Mosca in pochissimo tempo, aggiungendo poi che “se l’ Ucraina dovesse entrare in possesso di armi di distruzione di massa la situazione del mondo cambierebbe in modo drammatico“.

Il presidente Usa Joe Biden – rende noto la Casa Bianca – firmerà “presto un decreto che vieterà nuovi investimenti, commercio e finanziamenti da parte statunitense verso, da o nelle cosiddette repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk dell’Ucraina”. La nota precisa che le misure “saranno un’aggiunta alle rapide e severe misure economiche che stiamo preparando in coordinamento con gli alleati e i partner se la Russia invaderà l’Ucraina“.

Dopo il discorso di Putin il presidente americano ha avuto un colloquio telefonico con il presidente francese Emmanuel Macron e il cancelliere tedesco Olaf Scholz per discutere della decisione del leader del Cremlino. I tre, ha reso noto Berlino, hanno affermato che il riconoscimento delle regioni separatiste dell’Ucraina orientale “non resterà senza risposta“.

Il presidente russo ha ordinato al ministero della Difesa russo di dispiegare forze armate “per assicurare la pace” nel Donbass, in seguito alla richiesta dei leader delle due entità filo-russe. Nella notte secondo le prime indiscrezioni che arrivano da Donetsk i prime contingenti di militari russi sono già in territorio ucraino.

Condanno la decisione della Russia di estendere il riconoscimento all’autoproclamata ‘repubblica popolare di Donetsk’ e ‘repubblica popolare di Luhansk’. Questo mina ulteriormente la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina, erode gli sforzi per una risoluzione del conflitto e viola gli accordi di Minsk, di cui la Russia è parte“: è quanto ha dichiarato il segretario generale della Nato, Jen Stoltenberg, sottolineando in una nota che “Donetsk e Luhansk sono parte dell’Ucraina“.

Mosca continua ad alimentare il conflitto nell’Ucraina orientale fornendo sostegno finanziario e militare ai separatisti. Sta anche cercando di inscenare un pretesto per invadere ancora una volta l’Ucraina“, ha aggiunto Stoltenberg. “Gli alleati esortano la Russia, con la massima fermezza, a scegliere la via della diplomazia e a rivedere immediatamente la sua massiccia concentrazione militare dentro e intorno all’Ucraina e a ritirare le sue forze dall’Ucraina in conformità con i suoi obblighi e impegni internazionali“, ha concluso.

Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres è “molto preoccupato” per la decisione di Vladimir Putin relativa allo status del Donbass e “chiede una soluzione pacifica del conflitto nell’Ucraina orientale, in conformità con gli accordi di Minsk“. Lo afferma in una nota del portavoce. Per Guterres la decisione della Russia è “una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina e incompatibile con i principi della Carta delle Nazioni Unite“.

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