Operazione fumo dell’est, 87 indagati e 16 arresti per le sigarette avvelenate

Coinvolto nelle operazioni di traffico con l’est anche un commerciante di scaldabagni di Afragola

Metalli pesanti e catrame, confezionate senza tenere conto delle precauzioni e delle procedure della comunità europea. L’operazione fumo dell’est condotta daDDA di napoli ha portato ad 87 indagati e 16 arresti, colti in flagranza di reato mentre alimentavano il secondo business illegale dopo quello della droga. Un mercato che in questi anni di crisi è ritornato con una fortissima espansione. Una fitta rete scoperta dall’eccellente lavoro della guardia di finanza di Marcianise che ha messo in luce un’organizzazione ramificata sul territorio con collegamenti con l’Ucraina, la Moldavia, l’Ungheria e la Polonia. Un trasporto così massiccio è passato inosservato grazie ad ingegnosi stratagemmi usati dai contrabbandieri come doppi fondi nei camion o svuotare oggetti insospettabili come scaldabagni e simili e riempirli di pacchetti di sigarette. Un doppio impatto dannoso quindi, il primo sul piano fiscale, il secondo sul piano della salute, visti i livelli spropositati di catrame, nicotina e monossido di carbonio che fanno di queste particolari sigarette un vero e proprio veleno per l’organismo con una nocività di gran lunga maggiore a quella delle normali sigarette coperte dal monopolio di Stato. Nocività di cui sono ben coscienti i venditori ti tali prodotti, infatti nelle intercettazioni tra due membri della rete di spaccio uno dei due confessa :”fumo, certo che fumo, meglio evitare però quella roba che fa schifo. preferisco il mio tabacco“. Al centro delle indagini, un commerciante di scaldabagni di Afragola in contatto con una società ucraina, accusato di aver coperto il traffico di sigarette con la propria attività, ma non è il solo. La guardia di finanza lavora senza sosta per contrastare questa piaga che sta dilagando in modo pericoloso tra Napoli centro e periferia.

SANPIO