La protesta degli studenti dell’Isis Sereni di Afragola per la mancanza del laboratorio di cucina: sotto accusa Città Metropolitana di Napoli

La lettera degli studenti di Afragola per sollecitare gli organi competenti a risolvere le loro problematiche

Cosa è “la buona scuola”? Una realtà o un’utopia?

“La buona scuola dovrebbe cominciare da ciò che è lecito attendersi dal sistema di istruzione, innanzitutto istituti scolastici capaci di permettere il normale svolgimento delle attività didattiche e laboratoriali, queste ultime di fondamentale e strategica rilevanza soprattutto negli indirizzi professionali.

Diteci che “buona scuola” è quella che, nonostante le promesse e le rassicurazioni dei rappresentanti delle istituzioni, ignora le elementari esigenze di un istituto di istruzione secondaria superiore con un indirizzo professionale.

Stiamo parlando della nostra scuola, l’ISIS “Emilio Sereni di Afragola” che conta 1.780 alunni e circa 300 docenti: 9° Istituto in Campania per complessità, una scuola che avanza e raggiunge importanti traguardi pur in un contesto di oggettiva complessità, puntualmente riconosciuti anche in specifiche graduatorie regionali. È un istituto che ha alle spalle una lunga e prestigiosa storia, vive un presente di crescita e può avere davanti un grande futuro.

Purtroppo da quando,con deliberazioni della Città Metropolitana di Napoli e della Giunta della Regione Campania, è stato istituito l’indirizzo enogastronomico, non si è mai programmato un percorso finalizzato a individuare spazi idonei per accogliere i necessari laboratori di cucina, sala e ricevimento, senza dimenticare la corrispondente mancanza di aule. Il prossimo mese di giugno per la prima volta ci saranno le classi quinte dell’alberghiero ai nastri di partenza dell’esame di Stato.

Ebbene, gli alunni delle quinte arriveranno al diploma di maturità senza aver mai avuto il piacere di entrare in un vero laboratorio enogastronomico attrezzato in un vero spazio didattico, avendo sempre avuto, per la sola metà dell’anno scolastico, la disponibilità di strutture ristorative private.

Eppure le loro competenze sono state riconosciute e valorizzate in tanti contesti formativi grazie al lavoro instancabile e alla professionalità dei docenti che, nonostante le difficoltà, si sono sempre adoperati per stare al nostro fianco. Le esercitazioni pratiche le abbiamo fatte in strutture private, non sempre dotate di spazi adeguati per accogliere gli studenti. Per quattro anni scolastici (quello in corso è il quinto) la nostra dirigente e i suoi collaboratori hanno dovuto in continuazione sollecitare rappresentanti istituzionali, dirigenti e funzionari della Città Metropolitana perché venisse pubblicato un bando per l’individuazione di soggetti privati che potessero ospitare nelle loro strutture le nostre attività laboratoriali. È stato uno stillicidio, con ingente impiego di risorse pubbliche e con la conseguenza che tra ritardi e varie pastoie burocratiche, i laboratori non sono mai partiti a inizio anno scolastico ma a Gennaio.
La soluzione più razionale sarebbe stata e continua ad essere quella di darci un nuovo istituto con i laboratori.

È vero che noi ragazzi del Sud ci sappiamo “arrangiare” e riusciamo sempre a “cavarcela”, ma crediamo, alla luce della rilevanza che il nostro istituto ha sul territorio, di meritare una maggiore attenzione da parte delle Istituzioni, in primis dalla Città Metropolitana, dalla Regione e dall’Ufficio scolastico regionale.
Non bastano le promesse e le pacche sulle spalle se bisogna poi arrivare ad elemosinare ciò che lo Stato dovrebbe garantire nel rispetto della Costituzione repubblicana di cui quest’anno celebriamo il 70° anniversario dell’entrata in vigore.

Chi ci governa ci ha dimostrato nei fatti che la “buona scuola” è purtroppo solo una chimera. Non possiamo che dichiararci delusi e amaramente consapevoli di essere stati defraudati dei nostri diritti.
Pertanto, vogliamo informare i nostri concittadini delle crescenti difficoltà che ormai da 5 anni affliggono una platea piuttosto ampia come la nostra. È giunta l’ora di una forte, chiara e responsabile mobilitazione a sostegno delle nostre legittime richieste. Siamo certi che gli organi di informazione (stampa e web) avranno la sensibilità di prestare attenzione alle nostre ragioni.
Grazie”.

I rappresentanti di Istituto G. Russo  – I. Iaquino