Il barlume di speranza del Napoli non merita scetticismo

Gli azzurri hanno portato via da Bergamo tre punti preziosi, un campo difficile e storicamente ostico per la squadra campana. Non solo, al team di Carlo Ancelotti va il merito di aver mantenuto ancora vivo la serie A, mantenendo intatto il gap dalla Juventus capolista. Una partita risolta al fotofinish, dopo aver tenuto a bada la foga dei padroni di casa per più di 60 minuti. Quello ottenuto dal Napoli è un barlume di speranza forse bistrattato dall’opinione pubblica. Non tanto nel nutrire speranza per riaprire le sorti del torneo ma nell’accusare la squadra della troppa sottomissione nei confronti dell’Atalanta. Sarà vero? Dobbiamo davvero preoccuparci in vista del decisivo match di Liverpool?

ABITUARSI AD UN CALCIO DIVERSO

Io capisco che uscire da un assunto calcistico risulti difficile, ma è giusto sottolineare – per i pochi non ancora avveduti – che la conduzione del match gestita da Carlo Ancelotti è diametralmente opposta a quella vista in passato con Maurizio Sarri. Ciò non vuol dire risultare più deboli o maggiormente remissivi, ma praticare un calcio con idee diverse.  A tal proposito è giusto fare un confronto tra le ultime gare giocate dal Napoli all’Atleti Azzurri d’Italia. Lo scorso anno gli azzurri allenati da Maurizio Sarri hanno ugualmente vinto sul campo dell’Atalanta, totalizzando a fine partita il 51% di possesso palla. Un calo fisiologico avvenne dopo il 65′, quando Dries Mertens siglò il vantaggio degli ospiti. I Partenopei totalizzarono 3 tiri nello specchio della porta con altrettante grandi occasioni mancate. Durante lo scorso Monday Night, Hamsik e compagni hanno tenuto meno possesso (45%) ma, in virtù di un calcio maggiormente verticale, hanno centrato lo specchio della porta in 6 occasioni. Il doppio rispetto allo scorso anno, con 5 grandi occasioni mancate. Non solo, il Napoli ha tenuto le redini della partita nel periodo clou, quegli ultimi 20 minuti che hanno visto l’Atalanta incapace di rispondere al forcing degli azzurri. Questo non vuol rappresentare l’oggettiva miglioria rispetto alla scorsa gestione, bensì una visione di calcio differente in grado di portare agli stessi risultati. L’impressione di aver subito gli avversari è data da un possesso palla a sprazzi e una maggiore dedizione alle ripartenze. Quest’ultima rappresenta l’asso della manica che i bergamaschi sfoderano nelle grandi occasioni. Specie contro le big del campionato. Basti pensare che l’Inter è capitolata proprio per questo motivo. I nerazzurri di Spalletti, in svantaggio per 1-0 all’intervallo, nella seconda frazione della gara aumentarono il possesso palla con una percentuale del 57% e concessero il contropiede dei padroni di casa subendo ben 3 reti (4-1 il punteggio finale) tornando a casa con zero punti. Carlo Ancelotti ha rimediato con una squadra più compatta in fase di non possesso con i due attaccanti – anziché posizionati orizzontalmente – schierati uno a ridosso dell’altro, affinché potessero innescarsi eludendo la trappola del fuorigioco.

IL FUTURO CI CONSENTIRÁ DI COMPETERE

Per quanto concerne la nuova metodica di gioco, il Napoli è migliorato per quanto riguarda la casistica delle occasioni da gol. In serie A è la squadra con il maggior numero di tiri totali a partita con una media di 14.2, a pari merito con la Juventus. Si piazza al secondo posto per quanto riguarda le grandi occasioni mancate, 23 in totale. Bisogna migliorare, questo è certo. Usufruendo di un maggior numero di palle lunghe c’è la necessità di migliorare in precisione. 36 riuscite su 77 con una percentuale del 47%.

Una squadra meno corta tra i reparti si avvale di una distanza maggiore e indurrà, necessariamente, il singolo nell’avere il possesso della palla e tentare un maggior numero di dribbling. In questa speciale classifica siamo deficitari, ricoprendo la nona posizione con una media 7.9 a partita. Non ci si disabitua velocemente da tre anni di gestione palla e ricerca degli spazi come indicava Maurizio Sarri. Ma ribadisco che questo è un anno di transizione e di valorizzazione della rosa. La stessa che l’allenatore sta conoscendo per poi apportare i giusti correttivi. Gli 8 punti di svantaggio dalla Juventus capolista non devono sorprendere più di tanto, non per questo primo anno della gestione Ancelotti. La società ha tutte le intenzioni di voler rinforzare la squadra e poter competere, nuovamente, per il titolo. Le future trattative di mercato saranno molto indicative a tal proposito. Basta aspettare.